mercoledì 29 settembre 2010
L'età della ragione (e sentimento)
martedì 21 settembre 2010
Poesia involontaria
"No, è andato in bagno. Non lo vedi che esce dalla porta?"
Versi malcombinati di un poeta ermetico? Personificazione neopagana degli elementi naturali? Allucinazione collettiva?
No, semplicemente un dialogo tra me e mia madre, osservando il giro del sole da una finestra all'altra che, cambiando inclinazione, ahimè, annuncia l'autunno.
Del resto se a Heidi sorridevano i monti, il sole ha ben diritto di fare un po' di toeletta mattutina!
PS. La foto è un tramonto a Grado: due minuti di contemplazione estatica prima di renderci conto che eravamo a 90 chilometri dal B&B e che, dopo il tramonto, si sa, viene la notte e, nella notte, è più facile perdersi...
lunedì 13 settembre 2010
Letteratura!

Se ci ripenso mi viene ancora da sorridere, soprattutto perché, anche se non ce lo siamo mai detti, sono certa che tutti e tre, nei dieci secondi di silenzio, abbiamo pensato la stessa cosa: Dante! Canto V dell'Inferno. Paolo e Francesca! Eravamo, allora, troppo intrisi di letteratura per non fare subito il collegamento, per non dare, anche contro la nostra volontà, anche contro la realtà dei fatti, ai nostri gesti più banali un'aura d'eternità. Il chè, scusate, a me sembra bellissimo...
lunedì 6 settembre 2010
Si va per santuari...
La prima tappa bolognese è stata una piacevole sorpresa: abbiamo visitato finalmente la chiesa sul colle, vista sempre solo dal treno. Siamo entrate all'ora del risveglio, tra pochi pellegrini assonnati, patiti del jogging che annaspavano per l'interminabile portico che la collega alla città, un buffo prete vecchio e secco che pareva uscito da un film western e giardinieri che tosavano aiuole profumate di menta. Poi un lungo tuffo fino all'appennino marchigiano con tornanti quasi alpini fino all'eremo citato da Dante e descritto (stavolta non è colpa mia, la meta non l'ho scelta io) da Rumiz. Il fiorentino ne ha cantato l'asprezza selvaggia, il triestino ne esaltava il silenzio, noi ci siamo ritrovate nel mezzo di una comitiva di laziali caciaroni, ma, dentro le mura spesse due metri dell'antica chiesa e sotto gli archi bassi del chiostro il tempo riesce ancora a fermarsi e l'incanto rimane. Io, poi, amo a prescindere i monasteri camaldolesi, peccato che, a quanto pare, l'amore non sia ricambiato: scendendo verso Loreto sul pullman traballante mi ha preso una nausea che non ricordavo dai tempi della corriera Camaldoli-Bibbiena. Per questo, più che per un eccesso di devozione, appena arrivata ho provato l'intenso desiderio di baciare la terra.
La città del santuario la sera è silenziosa e spopolata come un qualsiasi paesino dell'entroterra, con l'unica differenza della cupola illuminata che la sovrasta e racchiude lo scrigno barocco nel quale, ancor più bella per contrasto, si cela la casa nuda di Maria, che - angeli a parte - pare sia proprio quella.
Come sempre un grazie alle mie inossidabili e pazienti compagne d'avventura e... a quando (e dove) la prossima gita?
mercoledì 1 settembre 2010
Ritenta: sarai più fortunato! (?)
Galline! Avete per caso letto la Gazzetta di ieri? Se sì immagino già saprete dove io desidererei essere il prossimo 10 gennaio (sempre ammesso e non concesso che...) e immagino vi si saranno drizzate le piume temendo che, ancora una volta, vi avrei lanciato un appello per chiedervi - se volete - di accompagnarmi. Infatti così è. Stavolta, per lo meno, dovrebbe essere più vicino, meno ripido e al coperto...
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