lunedì 7 settembre 2020

L'instagrammer di Voghera

Leggo i commenti indignati di chi, giustamente, si scaglia contro l’ignoranza esibita alla manifestazione dei negazionisti: persone che qualcuno chiamerebbe capre, se quel qualcuno non fosse, ahimè, d’accordo con loro…
Io mi chiedo, però, da dove venga tutta questa ignoranza e se sia corretto liquidarla semplicemente come tale.

Si presume, infatti, che queste persone abbiano assolto l’obbligo scolastico e sappiano leggere e scrivere. Quindi, forse, dietro questa ignoranza c’è una responsabilità della scuola, che ha abdicato da tempo alla sua funzione di formare cittadini e mira piuttosto a formare giovani lavoratori, con qualche sapere tecnico-pratico in più e molte capacità logico-critiche in meno.

Si presume che queste persone, sapendo leggere e scrivere e possedendo di certo uno smartphone e un televisore e forse anche un computer, abbiano accesso a varie fonti di informazione. E penso, quindi, all’enorme responsabilità delle testate giornalistiche più importanti, che ospitano pubblicità ingannevoli e clickbaiting sui loro siti; che non verificano le fonti e non correggono le bozze, infarcendo i loro pezzi di errori di forma e contenuto, e rendendoli, di fatto, indistinguibili per un lettore medio da ciò che si trova nei siti di bufale, nati e costruiti per essere tali.

Si presume che queste persone abbiano un medico di famiglia, che magari li visita per telefono, li tratta con sufficienza e dà loro risposte evasive, spingendoli, senza rendersene conto, tra le braccia del primo pseudoscienziato che promette loro salute a caro prezzo.

Si presume che abbiano avuto a che fare con vari tipi di funzionari pubblici, ottenendo attese infinite, risposte non chiare, una burocrazia farraginosa che, nata per garantire correttezza di procedure e rispetto delle leggi, finisce invece per respingerli ed essere percepita come inutile e ostile. Stessa cosa potrebbe dirsi della politica tradizionale…

Quindi, prima di deprecare l’ignoranza altrui, farei un bell’esame di coscienza e mi chiederei: cosa ho fatto per fomentarla? Cosa ho fatto per arginarla?
Perché persino io, nel mio piccolo, ogni volta che per disattenzione, fretta, abitudine trasmetto un messaggio trasudante luoghi comuni e stereotipi e contenente scorrettezze di forma o contenuto, contribuisco ad abbassare il livello generale della comunicazione tra individui e a far sì che sempre più persone, le quali fino a qualche anno fa avrebbero avuto strumenti sufficienti per affrontare il mondo, oggi non riescano più a comprendere la differenza tra un giornalista e un imbonitore, un politico e un capopopolo, un medico e un santone.

L’ignoranza non è un blocco di granito da scalfire, ma una palude in cui tutti possiamo sprofondare piano piano senza accorgercene anche con una laurea in tasca.
Pensiamoci, prima di puntare il dito contro il prossimo e di sentirci tanto al di sopra di quella che un tempo era la proverbiale casalinga di Voghera ed oggi è diventata l’instagrammer di Mondello.

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La pandemia mi ispira lo sproloquio. Anche per questo, oltreché per molte e ben più drammatiche ragioni, auguratevi e auguriamoci che finisca!