Comunque, mentre ripegavo maglioni e riesumavo magliette, ho pensato che in quel musical io sono sempre stata Quasimodo, non Esmeralda. Al limite Gringoire o Clopin, in rari momenti persino Frollo (credo che "L'onda che non affrontai" sia una delle più potenti e, nel mio caso, condivisibili, definizioni della passione amorosa che io abbia mai letto o ascoltato); ma non certo la protagonista, che pure in questa versione dell'opera è meno scema di quella del libro (che avrei preso volentieri a testate!).
Mi era difficile già vent'anni fa immedesimarmi in una donna bellissima, capace di attrarre a sé tutti gli sguardi e animata dal desiderio di amare ed essere amata, figuratevi quanto sia poco probabile che ci riesca ora, che sono ancora meno bella, desiderabile (e desiderante) di quanto non fossi allora.
Mentre il gobbo brutto e sfigato che coltiva un amore impossibile, il mediocre poeta animato da altri ideali e meno alti istinti, il saltimbanco ribelle e l'integerrimo moralista turbato dalla sensualità del reale, beh quelli posso ancora capirli benissimo.
Per fortuna la mia ernia mi impedisce di arrampicarmi su un campanile a caso a sfogare la mia disperazione suonando campane. Potrei invece, senza grossi problemi, mettermi a conversare con un gargoyle, ma quelli parlavano nel cartone animato della Disney, non nel musical, e nel cartone, come da tradizione, erano tutti simpatici, anche la capra.
Buonanotte, e sogni rindondanti.