giovedì 15 luglio 2010

So che tra le ciose il cinema horror non è apprezzato (e questa è una cosa sana, del resto), io invece ammetto che fin da piccola ho provato una gran curiosità per questo filone cinematografico, accompagnata anche da una bella fifa se riuscivo a scorgere qualche scena, magari dell'"Esorcista", quando lo trasmettevano tardi in tv. Questa sorta di attrazione/repulsione per i film del terrore è materia di psicoanalisi e non mi va di lambiccarmicisivi troppo.
Circa sei anni fa ho scoperto una manna: ai Giardini di San Paolo, allo scoccare di ogni torrida estate, parte la rassegna gratuita (!!!) "I giardini della Paura", dove vengono proiettati e "riesumati" film horror vecchi e nuovi, d'autore e non, spesso e volentieri splatter e schifidi, che richiamano immancabilmente frotte di gente, prevalentemente giovani, che vanno a occupare ben prima che il film cominci tutti i posti disponibili, incuranti degli olezzi canini che si sono accumulati durante il giorno.
Il bello di questa rassegna consiste nello scenario suggestivo e misterioso in cui si svolge e nelll'atmosfera informale che fa prorompere in risate o applausi il pubblico intero di fronte a scene di film esagerate e comiche che hanno per vittime personaggi veramente improvvidi e goffi. Del resto il senso dell'ironia accompagna spesso questo genere cinematografico.
Vengo al punto, la rassegna è partita anche quest'anno e ieri sera è stato proiettato il gustoso film di Sam Raimi "Drag me to Hell". Mercoledì prossimo (21 luglio, ore 21.30) ci sarà invece un film del 1962 "I racconti del terrore", tratto da E.A. Poe.
Quale ciosa coraggiosa e un po' incosciente oserà presentarsi all'appuntamento?

1 commento:

Cri ha detto...

Brrr, mi si drizzano le piume! E, quel che è peggio, ho come l'impressione di essermi inguaiata con le mie stesse mani. Visto quanto affermato al termine del mio ultimo post e quanto ho rotto le uova a Dani perché si iscrivesse al blog, temo che mi toccherà accontentarla...
Poi, però, se divento più ansiosa e intrattabile del solito non lamentatevi!
Saluti pallidi e acuminati.