
A ogni/ nuovo/ clima/ che incontro/ mi trovo/ languente/ che / una volta/ già gli ero stato/ assuefatto
E me ne stacco sempre / straniero
Nascendo/ tornato da epoche troppo/ vissute
Godere un solo / minuto di vita/ iniziale
Cerco un paese innocente
E questo è Giuseppe Ungaretti, "un ermetico che si fa capire" secondo la definizione di un illuminato manager d'azienda con cui ho avuto a che fare per lavoro. E' solo per dire che io questo paese continuerò a cercarlo. Anche quando persino le persone più care mi dimostrano che gli ideali vanno bene fintanto che non si devono mettere alla prova e che, per la paura, vera e dolorosa, di restar soli, ci si può anche tappare il naso e accettare qualche compromesso. E va bene. Lo so anch'io che per stare al mondo occorre adeguarsi e che, forse, è meglio così. Lo so che le torri d'avorio prima o poi crollano e starci dentro non paga. Ma perché imporre anche agli altri le proprie decisioni come se fossero le uniche giuste e possibili?
Cerco un paese innocente. In cui si sta insieme semplicemente per il piacere di confrontarsi e conoscersi tra persone libere e limpide le une con le altre. Senza imposizioni dall'esterno, senza sotterfugi, secondi fini e doppi sensi. Io l'ho provata un paio di volte questa sensazione e sarò grata per sempre alle persone a cui la devo anche se, forse, mi hanno rovinato la vita. Dunque da qualche parte questo paese esiste e, finché ne avrò la forza, scusate, non voglio niente di meno.
2 commenti:
E'come se questo post l'avessi scritto io.
Del resto non è un mistero che la penso come te.Quante volte ne abbiamo parlato?
In fondo, i compromessi li accettiamo anche noi ogni giorno. Ma su certe cose.. non si può!!
Continua a cercare il tuo paese innocente, Cri. Cercheremo insieme.
Grazie, cara. Fa bene sentirselo dire... ci si sente un po' meno "spaesati".
Un abbraccio utopistico (?!)
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