lunedì 14 giugno 2010

Cerco un paese innocente

In nessuna/ 
parte
/ di terra/ 
mi posso/ 
accasare
A ogni/ 
nuovo/ 
clima/ 
che incontro/ 
mi trovo/ 
languente/ 
che
/ una volta/ 
già gli ero stato/ 
assuefatto
E me ne stacco sempre
/ straniero
Nascendo/ 
tornato da epoche troppo/ 
vissute
Godere un solo
/ minuto di vita/ 
iniziale
Cerco un paese innocente

E questo è Giuseppe Ungaretti, "un ermetico che si fa capire" secondo la definizione di un illuminato manager d'azienda con cui ho avuto a che fare per lavoro. E' solo per dire che io questo paese continuerò a cercarlo. Anche quando persino le persone più care mi dimostrano che gli ideali vanno bene fintanto che non si devono mettere alla prova e che, per la paura, vera e dolorosa, di restar soli, ci si può anche tappare il naso e accettare qualche compromesso. E va bene. Lo so anch'io che per stare al mondo occorre adeguarsi e che, forse, è meglio così. Lo so che le torri d'avorio prima o poi crollano e starci dentro non paga. Ma perché imporre anche agli altri le proprie decisioni come se fossero le uniche giuste e possibili?
Cerco un paese innocente. In cui si sta insieme semplicemente per il piacere di confrontarsi e conoscersi tra persone libere e limpide le une con le altre. Senza imposizioni dall'esterno, senza sotterfugi, secondi fini e doppi sensi. Io l'ho provata un paio di volte questa sensazione e sarò grata per sempre alle persone a cui la devo anche se, forse, mi hanno rovinato la vita. Dunque da qualche parte questo paese esiste e, finché ne avrò la forza, scusate, non voglio niente di meno.

2 commenti:

Unknown ha detto...

E'come se questo post l'avessi scritto io.
Del resto non è un mistero che la penso come te.Quante volte ne abbiamo parlato?
In fondo, i compromessi li accettiamo anche noi ogni giorno. Ma su certe cose.. non si può!!
Continua a cercare il tuo paese innocente, Cri. Cercheremo insieme.

Cri ha detto...

Grazie, cara. Fa bene sentirselo dire... ci si sente un po' meno "spaesati".
Un abbraccio utopistico (?!)