mercoledì 23 giugno 2010

Il segreto dei suoi occhi

Ogni tanto fa bene seguire i consigli di un’amica cinefila e andare a vedere qualcosa di diverso dai soliti blockbuster che a me, lo confesso, di solito piacciono, perché hanno il vantaggio di farti passare un paio d’ore in un altro mondo in cui hai la certezza che anche le situazioni più intricate si aggiusteranno: si chiama “giustizia poetica” ed è antica e meravigliosa. Dicevo, però, che ogni tanto è bello incappare in qualcosa di diverso, come “Il segreto dei suoi occhi”: pellicola argentina che ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. E’ un bel giallo con intrecciate due storie d’amore e sullo sfondo la confusa situazione politica degli anni ‘70. Che non sia un film americano te ne accorgi dalle facce degli attori: non superdivi patinati (anche se al loro paese sono famosi), ma gente di mestiere con la giusta mescolanza di rughe e fascino; dai ritmi lenti, dalla non eccessiva insistenza sui particolari truculenti e, forse, anche dal modo garbato e dolente di trattare l’amore: quello assoluto e disperato del marito della donna uccisa, che rinuncia alla propria vita per inseguire un’originale vendetta, e quello negato e sospeso dei due protagonisti: la giudice di buona famiglia e il modesto impiegato, fatto di sguardi e discorsi interrotti che, alla fine, dopo 25 anni, troverà il suo compimento ma, beninteso, fuori dal film, come accadeva nelle vecchie commedie...

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