mercoledì 17 luglio 2013

A naso

Giovedì scorso sapevo di stalla, sudore e vernice: un mix poco attraente, me ne rendo conto, ma io sono sempre poco attraente, anche in abito da sera, dunque non è un grosso problema, e poi ne valeva la pena.
Di stalla per lavoro, perché ogni tanto capita anche questo: dover andare a parlare con un'allevatrice per aggiungere una pagina a un sito; e che l'allevatrice abiti in un posto spersissimo d'Appennino di cui ignoravo l'esistenza, raggiungibile dopo un'ora d'auto e 800 metri di passione per una strada che, in teoria, doveva essere asfaltata, in pratica era una striscia minuscola di brandelli d'asfalto, sassi, fanghiglia e buche profonde tra la boscaglia; e il pensiero mio e di Dani, reclutata al volo come fotoreporter (grazie!) era uno solo: "E se incontriamo un'altra macchina?", sussurrato a mezza voce mentre io tentavo di convincere la mia di macchine a fingere ancora una volta di essere un fuoristrada.
Il pericolo d'incontro, in realtà, era piuttosto remoto, per fortuna, perché lassù, oltre alla stalla, c'erano giusto tre case abitate solo d'estate e un pugno di ruderi di edifici di pietra dal tetto d'ardesia, struggenti nella loro desolazione. E l'allevatrice era davvero una di quelle persone degne di essere incontrate, per le quali sono grata alla sorte o a chi per essa (e anche a Dani, ovviamente), di poter fare il lavoro che faccio e mi auguro vivamente che, nonostante la crisi feroce e i cambiamenti dolorosi (dietro il trasloco d'ufficio di cui vi parlavo, infatti, c'è una storia spiacevole che non me la sento di raccontare), io possa continuare a farlo ancora per un po'...
Comunque sia, la donna ci accoglie con una gonna a fiori, una canotta grigio-azzura sporca e sudata, ma in tinta con le scarpe e un largo bracciale di filigrana d'argento. Il tutto, posato su un fisico asciutto e abbronzato, occhi azzurri e capelli grigi tagliati cortissimi, le dà un aspetto sorprendentemente elegante. e anche il lungo rastrello di legno col quale porge il fieno alle sue vacche nelle sue mani ha qualcosa dello scettro o del pastorale. Ha uno strano accento e metà dei suoi animali hanno nomi francesi, così dopo un po' mi decido a chiederle da dove viene e scopro che è belga! Il nome però è italiano, allora la immagino figlia di emigranti che, ritornata al paese d'origine ha trovato l'amore e ha deciso di restare, ma lei chiude subito la parentesi e continua a parlare del suo lavoro e io non ho il coraggio di chieder conferma delle mie ipotesi.
E' dura esser timidi e pudichi quando si fa i giornalisti... per fortuna (o purtroppo?) io non faccio esattamente la giornalista!
Mentre ci aggiriamo per i recinti di vacche e vitellini, circumnavigando balloni e scavalcando cumuli di fieno che - dice la donna - il marito sa distinguere a occhio da quale campo vengano, pensiamo che spesso le persone più interessanti si nascondono nei luoghi più impensati. E ce ne andiamo felici di aver collezionato, noi che bene o male viviamo di parole, un'altra bella storia da ricordare e raccontare.
Di sudore perché faceva un caldo afoso persino su per i monti, tanto che, al ritorno, dopo aver colto tra gli alberi una visione del castello di Bardi sfocato per la foschia, siamo state costrette a una sosta tecnica in un bar di Varano sorprendentemente popolato di soli under 25, gestori compresi, che, vedendoci entrare, ci hanno squadrato sospettosi prima di servirci acqua e gelato, che ci hanno consentito di ritornare sane e salve in città.
Inutile dire che io, che normalmente sono una lucertola, quel pomeriggio il caldo lo sentivo più del solito perché, come ogni donnina all'ascolto sa, più ti aspetta un giorno impegnativo, più è probabile che ti capiti in uno di quei giorni...
Poiché ero arrivata a casa mezz'ora prima del solito e già in condizioni pietose, ho pensato bene di completare la giornata indossando un paio di braghette inguardabili e la storica maglietta del liceo e darmi il colpo di grazia ridipingendo di giallo un paio di pareti.
Ed ecco spiegato anche l'odore di vernice.
L'inevitabile conclusione della giornata? Ovvio: una doccia!
Saluti odorosi...

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