Ebbene sì. Stavolta ci siamo concesse una visita guidata e devo dire che ne è valsa la pena. Il nostro Virgilio personale, che in realtà si chiama Walter, ci ha lasciate al Ghetto: in un campo circondato da altissime case colorate dove i bambini giocavano a pallone e c'erano persino due ebrei osservanti, con tanto di barba e cappello nero, che parevano messi lì a fare scena, e invece stavano semplicemente conversando tra loro a casa loro. Visto che eravamo in vena, nel pomeriggio altra visita all'interno delle sinagoghe veneziane. E qui, sorpresa, ci siamo sentite raccontare la stessa storia in due modi diversi. Dove la guida che avevamo da poco lasciato esaltava la tolleranza e la liberalità della Serenissima, quella del museo ebraico sottolineava le limitazioni imposte ai suoi correligionari fino al rastrellamento ad opera dei nazisti. Chi aveva ragione? Probabilmente un poco entrambi: è il bello (o il brutto) della storiografia.
Inevitabilmente siamo finite a saccheggiare il bookshop del museo e qui, da una finestra affacciata sull'acqua, abbiamo visto cominciare la pioggia: era ora di tornare a casa. Così ci siamo intruppate anche noi, a malincuore, nei percorsi battuti dai turisti. Per un poco avevamo quasi creduto di appartenere a una razza diversa da quella più odiata (e amata) dagli abitanti di questa meravigliosa città. L'illusione è svanita mentre seguivamo a naso in su i cartelli gialli "Stazione", ma è stata bella, finché è durata. "Ci sono a Venezia tre luoghi magici e nascosti: uno in Calle dell'amor degli amici; un secondo vicino al Ponte delle maravegie; un terzo in Calle dei marrani, a San Geremia in Ghetto. Quando i veneziani (qualche volta anche i maltesi...) sono stanchi delle autorità costituite si recano in questi tre luoghi segreti e, aprendo le porte che stanno nel fondo di quelle corti, se ne vanno per sempre in posti bellissimi e in altre storie". Li troveremo la prossima volta?
2 commenti:
Venezia è la sua storia, ma è necessariamente anche il suo mito, e questi due aspetti non si possono scindere...
questo comporta che non si sappia mai davvero, con assoluta certezza, cosa sia vero e cosa no in questa città anfibia...
;-)
Più che una critica era una constatazione, altrimenti non avrei linkato il tuo sito al nostro blog... Buon lavoro! ;-)
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