lunedì 29 marzo 2010

Se una mattina io...

... colta da improvvisa follia prendessi l'inaspettata decisione di metter piede da una parrucchiera, probabilmente mi farei rossa e riccia come Fiorella Mannoia. Temo che l'effetto sarebbe più simile al Cappellaio Matto di Johnny Depp-Tim Burton che alla splendida donna che sabato sera, finalmente, siamo riuscite ad ascoltare dal vivo al Regio; ma questi sono dettagli. Confermo che l'età che sussurrava a mezza voce (e, immagino, con una certa invidia) la vicina di palco di Dani è corretta: la signora ha quasi 56 anni. Li compirà il 4 aprile (e la cosa, capirete, mi lusinga abbastanza); però, accidenti, che stile: misurata, sinuosa, elegante, vitale (Costi direbbe "principesca"), decisamente bella da guardare oltre che da ascoltare. Voce calda di sole e velluto, limpida, precisa, a volte bassa quel tanto che basta per inerpicarsi in un Paolo Conte d'annata e alzare due dita di pelle d'oca. E poi, va bene che è "solo" un'interprete, però credo sia un merito non da poco saper scegliere (o farsi scegliere da) canzoni profonde e poetiche che raccontano storie mai banali e regalano parole che è bello rievocare al momento del bisogno. Infondo è grazie a lei (con buona pace del bravo Bubola) se un cielo primaverile, per noi, è ormai un cielo d'Irlanda di nuvole e luce; se abbiamo imparato a sognare... i sognatori che aspettano la primavera e a volare sopra i deserti; se siamo dolcemente complicate - e non solo paranoiche - e se possiamo dire la nostra sugli uomini senza l'aggiunta di quintali di melassa. Grazie, dunque, per la serata, signora Fiorella e, speriamo, a presto; magari un po' più da vicino...

PS: mi sa che è il caso di aprire in fascia sinistra una sezione "le ciose ascoltano". Comincerò con gli autori inseriti in "Las Ciosas Compilation 2007", ma prego tutte quante di rimpolpare la lista.
Saluti musicali.

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