Per la serie "galline famose" nel cinema, nell'arte e nella letteratura, ecco come inizia l'ultimo romanzo di Marco Malvaldi:
"Per capire bene che posto sia Montesodi Marittimo, la cosa migliore è riportare alcuni numeri.
Ottocentododici: è il numero degli abitanti del paese, il che mette gli esseri umani in netta minoranza rispetto al numero di galline (millesettecentoventisei) regolarmente censite in paese. E' una fortuna che, con l'eccezione della signorina Conticini, le galline non abbiano diritto di voto, altrimenti in paese molte cose cambierebbero."
S'intitola "Milioni di milioni" e, come i precedenti, è un giallo: protagonisti sono un genetista e un'archivista, spediti nel paesino toscano di cui sopra che, a dispetto del nome, è inerpicato su per una montagna, per scoprire come mai gli abitanti siano particolarmente forzuti. Nel bel mezzo di una eccezionale nevicata, che isola per alcuni giorni il villaggio, accoppano una vecchia maestra, che ospitava il genetista il quale, un po' per curiosità, un po' per evitare d'essere incolpato, s'improvviserà detective assieme alla collega di studi.
Il libro è piacevole, si legge in un pomeriggio e in alcuni punti fa ridere di gusto; leggero finché si vuole, ma non banale. Qua e là, Malvaldi si diverte a seminare qualche citazione letteraria e qualche riflessione spesso condivisibile, senza calcare la mano. E' un toscanaccio irriverente ed è pure uno scienziato, un chimico per la precisione, e non perde mai l'occasione per far fare pessime figure a preti e credenti in generale: a volte ci va giù pesante, a volte non gli si può dar torto; ma questo fa parte della sacrosanta libertà di un autore di inserire nelle sue storie ciò che pensa e ciò che gli piace ed è chiaro che se la gode parecchio a farlo. E lo capisco, anche quando non mi garba quel che dice.
L'abbiamo anche ascoltato dal vivo a Torino due anni fa, ricordate? E anche allora ci era piaciuto; io l'ho anche incrociato quest'estate a Langhirano al Festival del prosciutto, ma aveva appena finito di parlare (sigh): pare infatti che sia un estimatore della buona cucina, e anche questo si vede dai suoi libri, non solo in quello che ha dedicato all'Artusi. Una ragione di più per apprezzarlo, no?
Ve ne lascio un altro paio di spezzoni.
Margherita (la filologa) a Piergiorgio (il genetista) al termine di una accesa discussione: "La scienza trova la verità, va bene, ma devi ammettere che la letteratura aiuta a sopportarla".
Dialogo tra Piergiorgio e il sindaco di Montesodi: "Lei ha un vizio da cittadino. Dice sempre 'la gente'." Piergiorgio tacque, non sapendo cosa dire. "Sa cosa diceva un mio amico di Livorno? 'La gente, son persone'. Ecco, accetti un consiglio da politico: smetta di dire 'la gente'. Dica 'le persone'. Può sembrare una questione dialettica, ma non lo è, mi creda." "No, non credo che lo sia..." "La gente è stupida, le persone ragionano. La gente è indifferente, le persone ti aiutano. Oppure ti affogano, ma comunque interagiscono. Finché uno riesce a pensare agli altri come persone, a vederle come persone, riesce a non rimanere indifferente..."
Sì, proprio un bel librino.
martedì 11 dicembre 2012
La gallina in giallo
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