lunedì 4 giugno 2012

Vamos a bailar?

Qui si continua a ballare e, purtroppo, non solo al saggio della scuola di danza, durante il quale, sabato sera, abbiamo visto Meg e Costi come non le avevamo mai viste in dieci anni che le conosciamo (e come non le vedrete mai, poiché mi è stato vietato di pubblicare le foto!): vestite e truccate come i gatti del musical "Cats" con tanto di orecchie e code, e in versione "Liza Minnelli" in body nero e bombetta luccicante, molto, molto carine.
Prima e dopo di loro si sono esibite bimbette e ragazzine (con qualche sparuto maschietto) in agguerriti numeri di hip-hop, adulti in versione country, molto fieri dei loro cappelli e dei loro stivali, e signore colorate e tintinnanti che facevano danza del ventre e, in effetti, avevano quasi tutte una bella pancetta da mettere in mostra, ma erano comunque graziose. La cosa mi ha molto consolato e ho pensato che, non fossi rigida come un palo, sensuale quanto un calamaro e non mi vergognassi come una ladra, andrebbe bene per me...
Abbiamo aspettato le nostre colleghe all'uscita degli "artisti", in una notte di luna e di vento, in compagnia di parenti, amici e fidanzati, e siamo finite a tirar tardi al pub. Io e Dani siamo rientrate a casa sbadigliando (non per la serata, s'intende, ma perché per entrambe era stata una giornatina pesante e non abbiamo più il fisico... ammesso di averlo mai avuto) e guidando pian pianino, perché da due giorni io viaggio con la ruota di scorta, avendo distrutto una gomma mentre rientravo da una intensa sessione di orticoltura e giardinaggio in campagna. Ho raccolto cigliegioni, innaffiato e piantato piantine di pomodoro e oggi ho ancora mal di schiena. Al primo colpo di pala (scelta tra le più piccole e leggere della "collezione" di mio padre) ho centrato un formicaio. Ho chiesto scusa alle bestiole alle quali, dopotutto, avevo appena devastato la casa, e mi son spostata un po' più in là pensando: cominciamo bene!
Domenica pigra, movimentata soltanto dalla scossetta delle 21.20, quando la macchina del gas ha pensato bene di darmi una spintarella mentre lavavo i piatti guardando di straforo la Cenerentola di Rossini in diretta dai palazzi di Torino che, prima o poi, riusciremo a vedere.
Mi rendo conto che qui, per ora, c'è andata di lusso, ma sta diventando una faccenda piuttosto stressante. "Non può piovere per sempre" citava ieri in chat su Skype, dopo il fatto, l'amica Simona, compagna di mille sventure. Vero. Infatti stamani non piove: diluvia!
Torno al lavoro, va là, e spero che l'ineffabile ingegnere informatico - quello capace di presentarsi con 45 minuti di ritardo a una riunione di lavoro con le punte dei capelli bagnate e confessare, con invidiabile candore e un sorriso a trentadue denti: "Scusate, ero in piscina" - mi finisca gli aggiornamenti ad un sito che gli chiedo da settimane altrimenti lo strozzo! Con affetto, s'intende...

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