lunedì 21 maggio 2012

Io (non) ho paura

"La chiamano speranza/ ma a volte è un modo per dire illusione."
(Io non ho paura, Bungaro/Fiorella Mannoia)
Scoprire alle 4.05 di notte che non è un'idea brillante avere sopra il letto una mensola colma di fumetti, cd, foto con relative cornici e numerosi soprammobili variamente contundenti pronti a caderti in testa al primo scrollone.
Realizzare, un istante dopo (la scossa è lunga e ti dà il tempo di pensare), che questo è l'ultimo dei tuoi problemi, perché stai al quarto piano e hai una madre gravemente disabile che, anche volendo, non potrebbe fuggire da nessuna parte.
E che nemmeno tu, sinceramente, avresti voglia di lasciare la tua casa e le tue cose per sopravvivere, perché la tua casa e le tue cose, alcune, almeno, sospetti abbiano più senso di te.
Aspettare che passi e cercare di riprendere sonno leggendo un libro.
Insultarti perché, tra tutti i libri mezzo cominciati che hai sul comodino, proprio uno sulla guerra in Bosnia dovevi andare a scegliere?
Ripeterti che se vivessi in Giappone sarebbe peggio e che, comunque, non puoi farci niente.
Constatare che, dopotutto, morire in un terremoto è una delle cose migliori che ti può capitare in futuro, perché ce ne sono altre che t'aspettano, più dolorose e statisticamente più probabili.
Sì, anche questo lunedì sono di buonumore...

4 commenti:

WALTER FANO ha detto...

Se hai notato un leggero aumento dei lettori, è colpa mia. Ho diffuso questo tuo bellissimo post ovunque su web...

Cri ha detto...

Grazie.
Prima o poi ti offrirò un'ombra!

Anonimo ha detto...

Questo post ha catturato i miei pensieri con tale esattezza che mi ha lasciato un senso di incredulità. Fumetti che cadono a parte, potrebbero essere parole mie:
"nemmeno tu, sinceramente, avresti voglia di lasciare la tua casa e le tue cose per sopravvivere, perché la tua casa e le tue cose, alcune, almeno, sospetti abbiano più senso di te".
"Constatare che, dopotutto, morire in un terremoto è una delle cose migliori che ti può capitare in futuro, perché ce ne sono altre che t'aspettano, più dolorose e statisticamente più probabili"
A chi lo dici... In più, sentire che la vita ti scivola fra le dita come tanti granelli di sabbia.
Volerla trattenere in qualche modo, inutilmente. Essere consapevole di non meritarsela, questa vita, con tutti i suoi terremoti. Non poterne più di certe separazioni laceranti, e desiderare di raggiungere chi è volato via.

Cri ha detto...

Ti abbraccio forte. Altro non so fare né dire.