Sabato, mentre m'aggiravo per le vie del centro per l'addio al nubilato di un'amica, vergognandomi un po', c'erano 30 gradi; domenica, al battesimo del figlio della nostra Chiara (profano e sacro allegramente mescolati in un unico weekend: interessante...), ce n'erano 15: con questi sbalzi termici ogni giorno occorrono abiti adatti a un clima diverso e nel mio armadio ormai regna la confusione più totale e accadono cose che voi umani...
Le braghe di lino s'affollano attorno all'unico pantalone di lana rimasto indenne dalla lavanderia e gli chiedono cosa si prova ad avere gli orli pieni di neve. I calzini colorati fan la rivoluzione nel cassetto cercando di scacciare sul fondo i collant neri 120 denari. Il foulard di seta (vera o presunta) e la pashmina di cachemire (assolutamente presunto!), incontratisi per caso su un ripiano, prima si studiano, poi si piacciono e s'allacciano in un inestricabile tango di frange e motivi jacquard. Il piumino, già incelofanato, guarda con sufficienza il k-way che gli sta provvisoriamente appeso accanto. Il maglione di lana, capitato non si sa come spalla a spallina con il ncostume da bagno, lo mette in guardia circa i chili di troppo che ho accumulato quest'inverno; mentre la camicia di cotone incrocia le maniche e minaccia sciopero, perché anche lei, buona per ogni tempo, vorrebbe farsi un giro nei piani alti dell'armadio e riposare qualche mese.
Ma non c'è bisogno di scomodare la fantascienza. Come sempre gli antichi avevano già capito tutto: "In principio era il caos" dice Esiodo nel primo libro della sua Teogonia. "Dal caos nasce una stella", ama ripetere la nostra Costi, decisamente meno antica ma altrettanto saggia.
Guardate un po' fin dove sono andata a parare pur di non ammettere che detesto fare il cambio di stagione!
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