O, se preferite "Per le terre basse 2", ovvero la risposta alla domanda che chiudeva il post precedente.
Vi garantisco che ha detto proprio così la guida che ci ha accompagnato in giro per Sabbioneta, disquisendo delle differenze tra la ricetta locale e quella mantovana e propendendo palesemente a favore della prima, preparata solo con zucca dolce e mostarda di frutta, e non con gli amaretti, e condita con sugo di pomodoro, e non con burro e salvia. L'abbiamo ascoltata sedute in compagnia di ferraresi, modenesi e qualche veneto sui gradini dello splendido Teatro all'antica. E anche se dall'alto della loggia, sopravvissuta miracolosamente ai guasti napoleonici, un intero pantheon di statue vi guarda corrucciato, non chiamatelo Teatro olimpico, come quello di Vicenza, per carità, o rischiate che vi ci chiuda dentro! Già perché nonostante abbia l'aspetto e la voce di una fatina della Melevisione, la nostra guida si rivela una campionessa del campanilismo più feroce, soprattutto contro Mantova, il capoluogo che da sempre ruba la scena alla città voluta da Vespasiano Gonzaga a metà del Cinquecento. Però lo ammette tranquillamente e questo le fa onore: è passionale, ironica, un po' filosofa e ci divertiamo a seguirla tra gli affreschi del Palazzo Giardino e della Galleria, mentre su per le ripide scale che portano alla sinagoga lei non sale. Ci intima di entrare non più di quindici alla volta e di non fermarci troppo: "Perché sapete com'è, dopo l'ultimo terremoto...". Non è rassicurante, ma ne usciamo illese. Del resto anche noi non brilliamo di ottimismo se, durante il viaggio, decidendo di metterci a cantare per ravvivare l'atmosfera (ve l'ho già detto, vero, che non ho l'autoradio?), cominciamo con un medley composto da: Canzone per un'amica, Ballo in fa diesis minore e La Canzone di Marinella. Poi, grazie al cielo, passiamo con disinvoltura dalla Mannoia alle sigle dei cartoni animati.
Sabbioneta (e non Simonetta, come sosteneva al telefono una turista spiaggiatasi ai piedi del monumento nella piazza centrale) è un'utopia rinascimentale, una piccola meraviglia che spunta senza preavviso in quella pianura senza orizzonte che, chissà perché, da qualche tempo ci attrae.
Sabbioneta è un microcosmo nato dalla sabbia che, in questa stagione, profuma di fiori di ligustro. A passeggiare sui suoi ciottoli pare di stare in un altro tempo, dove ancora abita un conte che forse non è conte ma tutti lo chiamano così e possiede una bottega antiquaria che pare l'antro dei Quaranta ladroni; e mentre noi incappiamo, purtroppo, in una trattoria rimasta ferma agli anni '70, i baristi dove la mattina ci siamo prese un caffè, si staranno gustando il barbecue che avevano cominciato a preparare nel retrobottega.
Al pomeriggio arriviamo fino a Mantova, ma piove. Scrosci violenti si abbattono su piazza Sordello, li osserviamo dalle porte del Duomo nel quale ci siamo rifugiate. Cominciamo ad essere stanche: Co ha mal di pancia, il mio ginocchio mi rimprovera per averlo strapazzato. Decidiamo di evitare i musei, anche se Dani è fortemente attratta da quello dedicato a Nuvolari. Entriamo, invece, in tutte le chiese del centro, compresa Sant'Andrea, dove è sepolto il Mantegna, in una cappellina affrescata, tra gli altri, dal "nostro" Correggio, suo allievo. Nella minuscola rotonda di San Lorenzo irrompe un'intera comitiva. Speriamo di scroccare una visita guidata, ma l'accompagnatrice comincia a parlare in una lingua dell'est, tanto bella quanto incomprensibile. Ci consoliamo puntando decise verso un bar, dove, davanti ad un tè e due cioccolate debitamente bollenti, ci asciughiamo i pantaloni bagnati e ci prepariamo al ritorno. E anche il 1° maggio è finito. Il 2 giugno niente gite, perché Co e Meg hanno un impegno danzereccio e noi saremo in prima fila a prenderle in gi... cioè, volevo dire, ad applaudirle.
La prossima volta, però, riusciremo a farcela una crociera sul Mincio, magari non pochi giorni dopo aver (ri)visto Titanic al cinema!
E comunque mio padre i tortelli di zucca li fa con gli amaretti...
venerdì 4 maggio 2012
La metafisica del tortello di zucca
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