mercoledì 4 agosto 2010

La Cina è vicina...

Precisamente è a Milano; almeno fino al 5 settembre, quando chiuderà la mostra "I due imperi" a Palazzo Reale.
E' la seconda volta che vado a Milano in luglio e la trovo sorprendentemente luminosa: cielo blu con nuvolette bianche e una brezza quasi marina a spazzar via il torrido che sale dall'asfalto. La facciata del Duomo, appena restaurata, è di un bianco abbacinante che fa male agli occhi e bene al cuore.
Non so a voi, ma a me il capoluogo lombardo piace. Sospetto sia merito delle persone che me l'hanno fatta scoprire: i cavalieri milanesi dagli occhi chiari che trascinarono me e Dani sul tetto del Duomo, la filosofa bionda appassionata di libri, montagne e caffè e la coraggiosa "parigina" che ha accompagnato me e Costi in questa spedizione transpadana e che ringrazio di cuore. La nostra gita prevedeva un "pellegrinaggio" alla Libreria dei ragazzi, dove ero stata un paio d'anni fa per lavoro e dove avevo promesso fin da allora di accompagnare Costi. La libreria è un'isola fornita di ogni ben di Dio fatto di parole per bambini e insegnanti. La mia compagna d'avventura, previdente, si era portata uno zainetto e lo ha riempito. Io mi sono limitata ad acquistare le filastrocche di Rodari, amico e maestro di Roberto Denti, fondatore della libreria.
Seconda tappa alla mostra, che proponeva il confronto tra impero cinese ed impero romano. Bella. Anche se i reperti romani, almeno secondo me, non erano eccelsi e avremmo preferito un allestimento "in parallelo" e non due stanze di reperti romani, poi due di cinesi e così via. Comunque meritava una visita, non foss'altro per l'emozione di trovarsi di fronte una delegazione di guerrieri di terracotta. Sì, proprio quelli. Solenni e severi nelle loro forme stilizzate eppure così vivi. Bellissimo il gesto dell'ufficiale: un palmo rivolto a terra e l'altra mano che stringe il braccio un poco sopra il polso, lo sguardo dritto davanti a sé; struggente il balestriere inginocchiato con le mani a serrare un'arma che non c'è più. Ma ancora più incredibili sono gli oggetti della vita quotidiana, uguali attraverso i secoli e le civiltà a testimoniare un'umanità comune che a me sempre commuove. Saluti interculturali!

2 commenti:

Unknown ha detto...

Aaaaaah!! Dovevo esserci anch'io, mannaggia agli impegni che si sovrappongono!

Cri ha detto...

Lo so, lo so, e me ne dispiace, anche perché l'idea era partita da un articolo che ci aveva girato l'Ale ed anche lei non è riuscita a venire. Però, dai, avevi un buon motivo: il ritorno al paese degli avi. E dico poco! Speriamo che presto capiti un'altra bella occasione per stare in compagnia. A presto.