martedì 16 novembre 2021

In prospettiva

Quando è stato introdotto il vaccino contro l'influenza io ero ancora piuttosto giovane, ma ho cominciato a farlo quasi ogni anno perché, pur non avendo particolari patologie, sono sempre stata soggetta a malanni di stagione e, soprattutto, vivevo ancora con i miei genitori anziani, di cui una gravemente malata.
 

Nei molti anni in cui l'ho fatto, ho visto ridursi sensibilmente il numero e la frequenza delle influenze. Il che non significa, beninteso, che io non mi sia mai ammalata e che in un paio di occasioni io non sia stata anche parecchio male, ma in un paio di occasioni, appunto, non ogni inverno e più volte in un inverno, come accadeva prima.
E pur avendo fatto il vaccino, non è che andassi a sternutire e tossire in faccia al prossimo, anzi, ai primi sintomi di raffreddore e mal di gola, salvo casi di urgenza e necessità, mi rintanavo nella mia cameretta, rinunciavo a uscire con le amiche e me ne stavo a casa dall'università o dal lavoro, mi lavavo più spesso le mani e cercavo di stare il più possibile distante dalle altre persone, perfettamente consapevole di avere una responsabilità nei confronti degli altri.
E se anche da noi, come in alcuni paesi orientali, fosse già stata diffusa l'abitudine di andare in giro con una mascherina per evitare di spargere microbi a destra e a manca sull'autobus, a scuola, in ufficio o al cinema, lo avrei fatto senza alcun problema.
 

Non c'è nulla di strano o di eroico in questo: si tratta solo di educazione, buonsenso, rispetto degli altri. Cose che a tutti dovrebbero aver insegnato da bambini a scuola o in famiglia. Tutto qui.
Spiegatemi perché non dovrei farlo ora?
Spiegatemi in che modo fare questo è un attentato alla mia libertà e a quella altrui.
 

E, no, vi prego, non subissatemi di articoli in cui si fanno notare le contraddizioni nella legislazione, i dubbi sulla trasparenza e i sospetti che qualcuno si stia arricchendo alle spalle degli altri. Perché queste cose le vedo anch'io e posso, in piccola parte, pure condividerle.
 

La mia domanda è molto più semplice e priva di dietrologie: se mi vengono date delle regole e degli strumenti (non perfetti, d'accordo) per far stare meglio me stessa e gli altri perché non dovrei seguirle/utilizzarli?
 

E no, non venitemi a parlare di “siero sperimentale” perché un vaccino non è un siero (e questo ormai dovrebbero saperlo pure i muri) e qualunque medicina mai ideata sulla faccia della terra è comunque un “male minore” non privo di effetti collaterali a breve o lungo termine.
Buon Dio! Sono figlia di una generazione che si è bevuta litri di Bactrim prima che lo ritirassero dal commercio! Proprio per questo sono consapevole che le conseguenze - nel bene e nel male - delle scelte fatte oggi le potremo sapere solo tra molti anni e forse non tutte.

E anche questo è capitato e sempre capiterà per qualunque fatto storico di una certa portata come quello che stiamo senza dubbio vivendo: chi ci è immerso fino al collo, inevitabilmente, non capisce perché gli manca una visione d’insieme, perché è travolto dall’emotività, perché conosce e giudica un evento globale in base a ciò che vede e tocca con mano o in base alle notizie che circolano nella sua bolla mediatica, la quale - e anche questo ormai dovrebbe essere chiaro - non è mai obiettiva.
 

Non sapere tutto, avere una visione parziale degli eventi, però, non significa non poter fare una scelta.
Anche questo è già successo e sempre succederà.
Io ho scelto la cautela e responsabilità. Altri la ribellione e la negazione.
Vedremo in futuro - se sopravvivremo - chi avrà avuto ragione.

Nessun commento: