giovedì 2 aprile 2015

Lassù

Salgo al volo sull'autobus ed evito per un pelo di sedermi su un aeroplano.
Ok. Non sono impazzita. Non del tutto, almeno.
L'eroplano era, ovviamente, un giocattolo di proprietà di un bimbetto bellissimo che, dopo avermi fulminato con un'occhiata, mi ha puntato addosso un ditino perentorio affermando che no, accanto a lui non potevo sedermi, però, se proprio volevo, c'era un posto libero di fronte, vicino a sua madre, lei pure giovane e bella.
Ho obbedito senza fiatare, sorridendo ad entrambi, e già sapevo che qualcosa sarebbe accaduto.
Gli antichi davano un valore sacrale agli incontri fatti per strada. E io li ho studiati abbastanza a lungo da sapere che, spesso, avevano ragione.
Quando il lungo e nuovissimo filobus doppio ha scavalcato il ponte di Mezzo, infilandosi per via D'Azeglio, infatti, il bambino, con lo stesso ditino appiccicato al vetro ha indicato un grosso edificio in mattoni pieno di archi e spigoli e ha chiesto: "Chi ci abita lassù?"
Io e sua madre ci siamo girate entrambe e abbiamo visto che stavamo passando accanto alla chiesa dell'Annunziata.
E' successo qualche giorno fa, e, come sapete, la mia memoria è alquanto inaffidabile, ma vi garantisco che il bambino ha detto proprio "lassù".
"Beh, ci abita un signore" ha tentato la madre, "anzi, Il Signore" ha proseguito, voltandosi verso di me con un'occhiata complice.
"E abita tutto da solo in una casa così grande?" ha replicato, implacabile, il bambino.
"Sì e no" ha risposto, ineccepibile, la madre: "ci sono tante persone che lo vanno a trovare..."
"Anche le femmine?" ha chiesto il bambino.
Ho rivolto alla madre uno sguardo talmente stupito che lei s'è sentita in dovere di spiegare a me, perfetta sconosciuta, che: "Sai com'è: abbiamo abitato per un anno in Iran", spalancandomi così, con una sola frase, un'insapettata finestra sulle loro vite (perché sono andati laggiù? lavoro? coppia mista? dei parenti?) e, in generale, sulle "vite degli altri": infatti, se un bambino così piccolo ha assimilato e ricorda con vividezza le differenze tra maschi e femmine in vigore in alcuni Paesi, significa che queste sono decisamente palesi e radicate e che, al di là di ogni giudizio - o pregiudizio - dobbiamo tenerne conto.
In generale, io non so dare l'età alle persone, e ancor meno ci riesco con i bambini; ma so per certo che quello che mi sedeva di fronte era in età prescolare, ma era entrato con entrambi i piedi nella temibile fase dei "perché". Quindi, assimilata con un minimo di perplessità l'idea che anche le bambine potessero entrare in chiesa, ci ha rovesciato addosso un'altra perla inaspettata: "E, quel signore, possono andare a trovarlo solo le persone buone?"
Altro sguardo complice tra me e la madre, che ha risposto, convinta: "No, in realtà, proprio tutti possono entrare: anche le persone cattive, anzi, soprattutto loro!"
"Perché?"
"Beh, perché, così, magari, diventano un po' meno cattive..."
E fu così che un bambino, dotato di quella curiosità quasi preveggente che solo i piccoli e i folli possiedono, e sua madre, provenienti da chissà dove, con chissà quale credo e quale storia alle spalle, nel giro di poche fermate mi hanno regalato una perfetta lezione di teologia.
Non dovrei dirlo, lo so, ma è per momenti come questi che, nonostante dubbi, delusioni, paure, e un'ormai cronica, e davvero poco cristiana, mancanza di speranza, mi ostino a credere ancora.
Mi auguro sia sufficiente.
E, già che ci siamo, Buona Pasqua a tutti!