Venerdì mattina, quando la mia bicicletta mi ha visto affacciarmi dalla porta della rimessa, nella quale è stata confinata per quattro mesi con la sola compagnia delle sue colleghe appartenenti agli altri condomini, non poteva credere ai suoi raggi. Appena s'è accorta che avevo in mano la pompa per gonfiarle le ruote e, dunque, avevo intenzioni serie, le si è appannato il fanale dalla commozione.
E' cominciato più o meno così, quest'assaggio di primavera: con una corsa al lavoro in bicicletta. Oggi pare sia già tutto finito: cielo bigio e temperature in calo; ma non importa, perché li ho visti i bucaneve sulle rive dei fossi e le persone chine nei campi a raccogliere erbette (che in italiano credo si chiamino biete) per i tortelli omonimi. E lo so che mancano meno di 20 giorni all'inizio ufficiale della nuova, sospirata, stagione.
Oggi, poi, è il compleanno di Marco Paolini (sic!) e mi sono resa conto di aver cominciato a citarlo quassopra perché mi sarebbe piaciuto vederlo dal vivo e che effettivamente è successo. E la cosa ha funzionato anche con Venezia: poco più di due anni fa avevo espresso in un post il sogno di riuscire a starci più di un giorno di seguito e si è avverato. Così, per mera scaramanzia, provo a pubblicare oggi - in preda ai consueti desideri di fuga che mi colgono appena annuso un po' di tepore - una lista di posti da vedere, nella speranza che, ancora una volta, il blog mi/ci sia propizio.
Torino: ovvero, Venaria, il Museo egizio e... le pasticcerie!
Come corollario a questa meta, una capatina ad Agliè a vedere la villa di campagna di Guido Gozzano e il panorama del Canavese cantato in una manciata dei suoi versi a me più cari.
Barbiana: perché l'ho promesso a Costi anni fa e perché non è lontana da Firenze...
L'Altipiano di Asiago: perché dopo aver letto Rigoni Stern e Meneghello non si può non andare.
Il Carso, perché dopo aver letto Ungaretti...(vedi sopra) e perché così abbiamo una scusa per tornare in Friuli.
La Val di Sella (vedi foto): per ascoltare le sculture tra gli alberi e vedere qualche bel concerto all'aperto. No, forse era viceversa, ma funziona anche così!
Infine, vorrei portare a Camaldoli le ciose che non ci sono mai state, e salire all'eremo di giorno, perché va bene che di notte con le stelle sulla testa e le lucciole nel bosco è un incanto assoluto, ma non si riesce ad avere un'idea di come sia fatto.
E poi ricordo allo zoccolo duro delle galline viaggianti che ci manca ancora Torcello...
Sono sicura di aver dimenticato qualcosa, ma ora basta, che ho un sacco di lavoro da fare e questi discorsi non aiutano certo la concentrazione.
Saluti a dita incrociate.
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