venerdì 12 ottobre 2012

Ritorni di fiamma. Prima parte: il film

«Con rischi indicibili e traversie innumerevoli io ho superato la strada per questo castello oltre la città dei Goblin, per riprendere il bambino che tu hai rapito. La mia volontà è forte come la tua e il mio regno altrettanto grande. Non hai alcun potere su di me!»

YouTube a volte è un diavolo tentatore, un buon diavolo, che fa riemergere ricordi e passioni perdute: basta incappare in uno spezzone ed ecco che ti ritrovi a otto anni a dondolarti sulla sedia della cucina di un compagno di classe con il papà sufficientemente ricco da permettersi uno dei primi videoregistratori (ogni cassetta costava, allora, 80.000 lire!) e guardare un film e restarne assolutamente incantata come capita solo ai bambini (forse).
Il film era Labyrinth: una meraviglia tecnologica dei tempi pre-computer grafica, anche se il barbagianni dei titoli di testa (a proposito, fan di Harry Potter, non vi ricorda qualcosa?) era uno dei primi esperimenti in quel senso. I pupazzi erano mossi in parte da attori, in parte da meccanismi meccanici e le sfere di cristallo maneggiate da un abilissimo giocoliere: ora fanno un po' sorridere, ma all'epoca (1986, di poco successivo a un'altra meraviglia: La storia infinita, che è del 1984) era una cosa strabiliante.
La storia è piuttosto semplice: una ragazzina parecchio sognatrice e appassionata di favole, costretta a fare la baby sitter al fratellastro urlante, invoca il re degli gnomi perché se lo porti via e lui, disgraziatamente, risponde. Così la ragazzina dovrà andarsi a riprendere il bambino attraversando il labirinto prima che il piccolo venga trasformato in un goblin. Nel labirinto, ovviamente, le accade di ogni: incontra fate mordaci, batacchi delle porte che parlano, vecchi gnomi che indossano un cappello parlante e petulante (il "Coprisaggio") e persino un pozzo fatto di mani, pure queste parlanti, e una specie di scoiattolo-cavaliere peloso che cavalca un cane altrettanto peloso e usa uno strepitoso linguaggio aulico e medievaleggiante (Sir Didymus)...
Jareth, il re degli gnomi, pensate un po', è David Bowie, ma all'epoca io ascoltavo ancora le canzoni dello Zecchino d'oro e non avevo idea di chi fosse, ma ricordo che anche la colonna sonora mi aveva colpito parecchio. La ragazzina, Sarah, invece, è una giovanissima Jennifer Connely e il regista è il creatore dei Muppets, e questo spiega molte cose.
Sarei curiosa di farlo guardare a qualche pargolo di oggi, per vedere l'effetto che fa. A me ha spalancato mondi e mi ha dato lo spunto per infiniti giochi ("facciamo che io ero...") per questo lo ricordo ancora con estremo affetto, quasi fosse un amico d'infanzia, quasi come l'amico d'infanzia che me l'ha fatto scoprire e che ora è sposato ha due bambini e fa l'allenatore di basket...

Ve ne lascio una scena molto intrigante, ispirata alle scale di Escher. Sul famigerato YouTube di cui sopra trovate anche un po' di backstage.

E comunque... "Niuno vuol misurarsi con me a Scarabeo?!"
Saluti fantasy!

Aggiornamenti (lunedì 15/10): è finita come doveva finire! Mi sono riguardata tutto il film, scoprendo che mi piace ancora un sacco e che mi ricordavo ancora molte battute, godendomi i particolari che avevo dimenticato (come la pianticina con gli occhietti...) e di cui il film e zeppo; e notando che, tuttosommato, la storia ha anche un risvolto femminista: Sarah non accetta la proposta di Jareth, che le offre di esaudire tutti i suoi desideri a patto che lei si lasci dominare da lui. Alla faccia delle "50 sfumature" che ora vanno tanto di moda! Ma non per questo rinuncia ai suoi sogni, che continueranno a farle compagnia anche nel modo reale.
Come la capisco!

Nessun commento: