"Le immagini
che sono
dentro la parola
sono infinite"
(Tonino Guerra)
Confesso, a parte lo spot-tormentone e quel minimo sindacale che ne sapevano tutti, l'unico rapporto con il poeta-scultore-sceneggiatore romagnolo è stato quando, per lavoro, mi son trovata spersa nelle paludi ferraresi a guardare una strana scultura all'ingresso di un ristorante e, mentre stavo decidendo se mi piaceva o no, lo chef ha detto che era di Tonino Guerra e che quel giorno era il suo compleanno e l'avrebbe chiamato per fargli gli auguri perché era un suo amico.
La frase che ho citato sopra l'ho orecchiata ieri sera in tv, facendo zapping selvaggio (ogni tanto è ammesso). E' abbastanza ovvio che mi piaccia.
Scrivo questo post sconclusionato dopo una mattinata al pronto soccorso, così, tanto per gradire. Ne sono uscita con la prescrizione per una risonanza e visita ortopedica, che, spero, serviranno a scoprire perché il mio ginocchio destro ogni tanto fa sciopero selvaggio e violento, lanciandomi fitte da lacrime agli occhi. E stasera ha cominciato a farmi male anche l'altro, per par condicio, immagino.
Ma io un malanno normale mai?
Ma perché 'ste sfighe sempre di primavera?
Vabbé, basta. Il mugugno telematico è finito.
Ora, per consolarmi, ci vorrebbe la torta di panna e fragole di Meg e Co. Se non dal vero, perlomeno qui sul blog. Vi assicuro che è una mano santa!
Beh, anche la tisana ai frutti di bosco non è male, soprattutto se, mentre aspetti che l'acqua si scaldi, chiedi a tuo padre che è in cucina: "Bolle?" e ti viene in mente che quello che hai pronunciato non è solo un verbo, ma anche un cognome.
Ecco, dopotutto aveva ragione Tonino...
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