lunedì 12 marzo 2012

Giacomo, Guido e le galline

Ed ecco a voi la terza puntata del nostro viaggio artistico letterario tra i pennuti.
Poiché l'idea è venuta a Dani, mi sembra giusto pubblicare oggi questo post e dedicarglielo, nel giorno del suo compleanno.

Passata è la tempesta:
odo augelli far festa, e la gallina,
tornata in su la via,
che ripete il suo verso. Ecco il sereno
rompe là da ponente, alla montagna;
sgombrasi la campagna,
e chiaro nella valle il fiume appare.

(Giacomo Leopardi, La quiete dopo la tempesta, 1829)

"Una cocotte!..."
"Che vuol dire, mammina?"
"Vuol dire una cattiva signorina:
non bisogna parlare alla vicina!"
Co-co-tte... La strana voce parigina
dava alla mia fantasia bambina
un senso buffo d'ovo e di gallina...

(Guido Gozzano, Cocotte, 1909)

Che dire? Come abbiamo fatto a dimenticarci Leopardi, il grandissimo, l'austero, il dolente, che non si fa problemi a infilare una gallina nei primi versi di una delle sue poesie più famose. E come ho fatto io a dimenticarmi questa deliziosa associazione di idee di Gozzano che, come sapete, mi piace?
Chissà, ma ora eccoli qua, in compagnia di un quadro di Sargent, ovviamente a tema, e dell'augurio a tutte/i quante/i di una buona settimana e un abbraccio particolare a T., il quarto pulcino, che finalmente abbiam visto in faccia: due mesi e mezzo di simpatia e guance rotonde. Auguri anche a lui!
E benvenuta a Castagna, che si è iscritta al blog.

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