Galline, secondo voi quando la sveglia del mio cellulare - la famigerata, l'implacabile, quella che anche in vacanza non ha mai perso un colpo e più di una volta ci ha destate attaccando "My fairy king", vecchia canzone dei Queen molto rock e molto molesta, ad ore molto mattutine - ha deciso di abbandonarmi? Ovvio! La prima volta in vita mia che dormo fuori per lavoro...
Ho limitato i danni battendo ogni record di ricostruzione personale e di valigia: 12 minuti netti.
Ancora Genova, già citata in questo blog, ancora con un pass al collo che mi sono tolta soltanto sul treno del ritorno, mentre tenevo a bada - si fa per dire - l'attore (lo stesso del post del 31 maggio) che, respirata l'aria di mare, giustamente non voleva tornare a casa e minacciava di scendere ad ogni invitante fermata litoranea prima degli Appennini (di un rosa dolomitico nella luce autunnale). Sono persino riuscita a riportare a casa il cartellone 70X100 che ci ha ingombrato durante il viaggio. Però, quanto tempo è passato dall'ultima volta: io, Chiara e Valentina, universitarie in libera uscita tra un incontro e l'altro del convegno di Fuci in giro per piazze, fontane e carrugi, forse un po' più leggere di ora e, senza dubbio, più giovani.
Ah, il titolo del post è un pezzo di Ruggeri che, tra le altre cose dice: "quanto futuro vorrei nei momenti difficili".
Saluti frettolosi.
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1 commento:
Davvero, sono passati pochi anni ma mi sembra un secolo! Il tempo passa, ma la fretta resta! Non so voi, ma io mi sento decisamnete più appesantita, non solo fisicamente. Eh, sì..eravamo più giovani, con meno acciacchi, meno preoccupazioni (forse) e soprattutto senza (dente del) giudizio che fa male e mi costringe da qualche giorno a una pesante cura di antidolorifici e antibiotici!
Saluti doloranti!!
PS: Cri, la foto della zucca va benissimo!
PPS: Mi sarebbe piacuiuto vedere quel film ieri pomeriggio, ma ero a scuola..sob!
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