"Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:
a essere contento senza motivo,
a essere sempre occupato con qualche cosa
e a pretendere con ogni sua forza
quello che desidera".
(Paulo Coelho)
Questa citazione è stampata a caratteri cubitali sulla porta d'ingresso di una delle scuole in cui insegno. Mi è piaciuta e ve la propongo al termine di un'altra settimana scolastica. E' passato poco più di un mese dall'inizio della scuola, ma in queste poche settimane ne ho viste di tutti i colori e parlo di adulti... Forse potrà sembrare che chi, come me, insegna a bimbi così piccoli abbia poca dimestichezza del mondo adulto; in parte è vero e me ne rendo conto, ma quando incontro "grandi" che si comportano peggio di bambini di tre anni non mi vergogno di essere ancora tanto innamorata di quell'età di beata innocenza, quando ancora si è capaci di giocare e lavorare insieme, di litigare ma anche di chiedersi scusa e fare la pace, di sognare e sentirsi felici, un po' incuranti dei problemi che ci circondano...!
Con l'augurio di settimane migliori, buon fine settimana a tutte!
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3 commenti:
Già. Ci sarebbe da chiedersi quando ESATTAMENTE i bambini smettono di giocare insieme, di fare pace, di sognare ed essere felici. Dovremmo chiedere a quelli che hanno massacrato un tassista, a quello che ha ucciso con un pugno una donna per una lite in metropolitana e a tutti quelli che reagiscono ai fatti della vita con inaudita violenza, QUANDO hanno perso la loro beata innocenza. Quando sono in macchina e mi capita di protestare contro qualcuno che mi taglia la strada o mi ruba il parcheggio sotto il naso, ho sempre un po' di timore, perché gli adulti non sanno più litigare, e non sai mai come potrà andare a finire. Pare un paradosso, ma oggi è il mondo degli adulti a essere pieno di paure, non quello dei bambini.
Buon fine settimana anche a te!
Grazie, Chiara, per la citazione e per la riflessione. Giusto ieri ho avuto a che fare per lavoro (tenevo a bada un attore che faceva un laboratorio didattico al salone del Gusto a Torino) con una classe di II media e una di I superiore e ho osservato, con rammarico, quanto i primi fossero ancora disponibili a farsi prendere da una storia, a giocare e a mettersi in gioco, e quanto i secondi fossero sospettosi, pronti a rimbeccarsi su tutto e, allo stesso tempo, timorosi di esprimere una loro idea. D'accordo, l'adolescenza è un periodaccio per tutti in cui l'opinione del gruppo conta più della propria e pare che essere trasgressivi sia un dovere; ma questi giovani cresciuti in un mondo di aspirazioni e sogni preconfezionati dai media mi fanno un po' tristezza. Speriamo in bene...
Benedetta, scusami, ho perso di vista il blog per qualche giorno e mi era sfuggito il tuo commento. Inutile dire che quando lo controllo quotidianamente nessuno si fa vivo... Ho pubblicato l'ultimo dei tre che hai inviato ed erano rimasti in sospeso, perché mi è parso il più completo. Spero di non aver fatto danni. A presto.
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