Desidero ringraziare pubblicamente la vulcanica ciosa Co, specialista in shopping selvaggio di libri e audiovisivi, per avermi gentilmente costretto ad acquistare, qualche settimana fa, nonostante il prezzo poco modico, il cofanetto completo della serie "Il fiuto di Sherlock Holmes", il cartone animato che più ho amato nella mia ormai remota infanzia.
Superato lo shock iniziale dovuto all'inevitabile discrepanza tra i miei ricordi di bambina e la realtà, devo ammettere che è delizioso e, per quanto ci possa apparire semplice e un po' "primitivo" rispetto alle rutilanti serie animate moderne, mi piace ancora e lo consiglierei a chiunque abbia bambini.
Mi piace il ritmo lento che dà il tempo di capire cosa accade, di osservare le ambientazioni curate nei dettagli; mi piacciono i dialoghi garbati tra i personaggi, compreso il cattivo di turno: un Moriarty strepitoso doppiato, chissà perché, in piemontese, che inventa macchinari strampalati e ha come massima espressione di disappunto il "Porca Menta" del titolo.
E poi, nonostante siano passati qualcosa come 25 anni, subisco ancora il fascino del protagonista, che, anche se è una volpe, si muove con eleganza, è cortese con le signore, ci sa fare con i bambini e ha un sorriso dolce ed ironico quanto basta per dare dei punti a tanti suoi colleghi umani.
Sarà che c'è lo zampino di Miazaki, autore dei migliori cartoni animati degli anni Ottanta e premiato con l'Oscar, o sarà che il primo amore, anche se disegnato, non si scorda mai.
Elementare Waston!
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