mercoledì 29 dicembre 2010
Arte contemporanea II: "Concetto spaziale: trasparenze"
lunedì 27 dicembre 2010
Arte contemporanea I: "Made in Dani" winter collection
mercoledì 22 dicembre 2010
Natale 2010

Dal cielo/
è la pietà
che il mondo
fa consistere.
(A. Zanzotto)
Auguri di cuore a tutte le amiche e gli amici piumati ed implumi!
venerdì 17 dicembre 2010
Rabbrividiamo...
Quanta brina, quanta brina
c'è sui campi stamattina!
Sembra zucchero in palline
E non son che goccioline
d'acqua scese giù dal cielo,
che s'incontrano col gelo.
(N. Oddi Azzanesi)
Questa filastrocca la ricordo a memoria dai tempi dell'asilo e la pubblico nel caso qualcuna delle ciose-maestre voglia rivendersela per far bella figura con i suoi allievi. La foto che l'accompagna l'ho scattata con sprezzo del pericolo (d'assideramento!) a un cespuglio nel cortile del mio condominio alle ore 8.45 quando il termometro segnava -7. Saluti intirizziti.
mercoledì 8 dicembre 2010
La manutenzione delle parole
"Immaginare un linguaggio significa, sempre, immaginare una forma di vita. Scrivere è, sempre, un'esplorazione allo stesso tempo di sé e del mondo, un viaggio di scoperta, una ricerca di senso, il gesto politico e rivoluzionario di chiamare le cose con il loro nome. Scrivere è essere qui".
Niente male, vero? Io ancora ci credo. Lo regalerò al mio capo...
PS. La foto è l'epigrafe dantesca sul muro del monastero di Fonte Avellana: a proposito di gente che scriveva sul serio!
mercoledì 1 dicembre 2010
Prima neve 2010
Come sapete, ho le mie debolezze...
Nonostante abbia impiegato quarantacinque minuti per percorrere due chilometri e mezzo in autobus, nonostante pare che nessuno venda gomme termiche per la mia auto, nonostante stamattina somigliassi pericolosamente all'omino della Michelin causa piumino-sciarpa-guanti-doposci d'ordinanza contro il freddo, nonostante un paio di carissime amiche mi detesteranno cordialmente per questo post, a me piace la neve!
lunedì 29 novembre 2010
Colui che è sopravvissuto

Non mi sento di dare un giudizio sulla pellicola, per due motivi. Primo: a parte la mia ignoranza in materia cinematografica, è difficile essere obiettivi quando ormai, volente o nolente, ti sei affezionato a una storia e ai suoi personaggi: avrei difficoltà, ad esempio, anche a giudicare un episodio di Montalbano...
Secondo: qualunque cosa dicessi rischierei di esser presa a quadernate da Costi, la quale ha già annunciato che all'ultimo episodio (uscirà a luglio, se volete cominciare il conto alla rovescia...) sicuramente piangerà, perché segnerà, in qualche modo, la fine della giovinezza. Eh già, sono ormai 10 anni che questa saga accompagna la vita delle Ciose - alcune più appassionate, altre meno - ed è diventata nel tempo argomento di chiacchierate leggere (ogni tanto ci vogliono) e occasione per stare insieme. Un piccolo rito, insomma, sciocco finché si vuole, ma piacevole, come tutte le cose che servono a cementare un'amicizia.
Anche la nostra amicizia, senza dubbio, ha cambiato forma, tempi e contenuti in questi anni in cui ci siamo trasformate da studentesse (più o meno) spensierate in donne che lavorano, hanno mariti, fidanzati, figli e molti pensieri, ma in qualche modo cerca di resistere, come, del resto, quella tra Harry, Ron ed Hermione. O almeno così spero, a un anno quasi esatto dall'apertura di questo blog.
Per questo la presenza, l'altra sera, dell'eroico cavaliere ha avuto, almeno per me, un grande valore, perché ha testimoniato una visione inclusiva e non esclusiva dell'amore, nella quale si cerca non di estraniarsi ma, sia pure con fatica, di accogliere una persona con tutta la sua storia passata, comprese le amiche ingombranti con pessimi gusti cinematografici...
martedì 23 novembre 2010
L'isola di Michela

Poi ho soprasseduto perché il mio comodino sta per cedere seppellito dai libri non letti; ma, sempre per gli strani casi di cui al post dell'11 ottobre, il libro è stato scelto per l'incontro di dicembre del circolo di lettura (di cui allo stesso post) e quindi è stato acquistato, letto in tre notti e riletto. E la naturale simpatia per questa sarda caparbia e arguta è andata crescendo. Quando poi ho messo il naso nel suo sito, dove raccoglie articoli e interventi su argomenti che vanno dalla politica alla religione, dalla sua isola alla condizione femminile, si è guadagnata, per quel che vale, la mia stima. Scrive bene, in una lingua asciutta e limpida con alle spalle la profondità del dialetto che, come dice "l'innominabile" (ma chissà di chi è la citazione), crea un legame più stretto tra le cose e le parole; e si è scelta una storia difficile, di solitudini che si incontrano, di malattia e morte, ma anche di crescita e scoperta di sè. Si parla, pensate un po', di scelte difficili, di giustizia e di verità; e non è poco, in un tempo che sparge banalità a piene mani. Ci sono personaggi ben costruiti e un finale geniale, che ha evitato di trasformare un bel romanzo in un'icona dell'eutanasia; e ci sono frasi illuminanti che, da sole, bastano a rendere memorabile il libro. Eccovene una breve, personalissima, antologia:
"Riemergere da se stessi è tanto più difficile quanto più si è profondi";
"Le colpe, come le persone, iniziano ad esistere se qualcuno se ne accorge";
"Bello come le sono a volte le cose cattive";
"Non tutte le cose si ascoltano per capirle subito";
"Nei primi anni di scuola, quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dai misteri dell'analisi logica".
E poi una che a me ha divertito molto: "Il giorno del matrimonio di Bonacatta (Ndr: sorella maggiore della protagonista) successero due cose terribili, oltre alle nozze". Brava Michela, allora, e grazie.
mercoledì 10 novembre 2010
Donne al bivio

"Cosa vuoi, alla mia età una donna non ancora sposata o diventa filosofa... o finisce in galera!"
(Da "Il visone sulla pelle" film del 1962 con Cary Grant e Doris Day)
La citazione è fatta a memoria, perché l'ho "orecchiata" ieri dopo pranzo mentre sparecchiavo, quindi non garantisco l'esattezza assoluta delle parole, ma il senso è quello.
Vi dirò, sono un po' indecisa su quale strada scegliere...
venerdì 5 novembre 2010
Scelte di tempo

Ho limitato i danni battendo ogni record di ricostruzione personale e di valigia: 12 minuti netti.
Ancora Genova, già citata in questo blog, ancora con un pass al collo che mi sono tolta soltanto sul treno del ritorno, mentre tenevo a bada - si fa per dire - l'attore (lo stesso del post del 31 maggio) che, respirata l'aria di mare, giustamente non voleva tornare a casa e minacciava di scendere ad ogni invitante fermata litoranea prima degli Appennini (di un rosa dolomitico nella luce autunnale). Sono persino riuscita a riportare a casa il cartellone 70X100 che ci ha ingombrato durante il viaggio. Però, quanto tempo è passato dall'ultima volta: io, Chiara e Valentina, universitarie in libera uscita tra un incontro e l'altro del convegno di Fuci in giro per piazze, fontane e carrugi, forse un po' più leggere di ora e, senza dubbio, più giovani.
Ah, il titolo del post è un pezzo di Ruggeri che, tra le altre cose dice: "quanto futuro vorrei nei momenti difficili".
Saluti frettolosi.
lunedì 1 novembre 2010
Delocazione. Chi era costei?

In genere nutro forti riserve nei confronti dell'arte contemporanea, vuoi perché la conosco poco e, si sa, ciò che non si conosce suscita sempre più paura che curiosità, vuoi perché a certi eccessi e a una diffusa rinuncia da parte degli artisti anche solo a tentare di creare bellezza io non mi ci so abituare, o perché non mi pare giusto che spesso si riduca l'arte (o il teatro) a una faccenda per pochi eletti che conoscono i (contorti) percorsi creativi dell'autore e inaccessibile a un pubblico medio. Questa volta, però, sono stata attratta dal titolo della mostra "Naufragio con spettatore", che mi ha evocato remoti ricordi scolastici: infatti è un saggio di Blumenberg dedicato a un'immagine di Lucrezio che la prof di latino e greco ci avrà citato cento volte. Anche le foto che sono girate in questi giorni sui media locali hanno contribuito ad aumentare la curiosità: dalla splendida barca a vela arenata in (o sostenuta da) un mare di libri al cappello pieno di farfalle. Così, in una domenica uggiosa che più non si può, armate di sana ignoranza, ci siamo infilate per i corridoi lindi del Palazzo del Governatore confidando nell'illuminante aiuto di qualche pannello esplicativo. Errore! Nessun pannello: solo una scarna brochure; e niente luce nelle stanze se non quella proveniente dall'esterno nella sera buia da ritorno all'ora solare, tutto per esplicita volontà dell'artista. Le installazioni sono posizionate nelle stanze vuote e guardate a vista dagli addetti al museo. Eppure è stato bello. Perché le opere - strane, buffe, a volte inquietanti - ci hanno detto qualcosa: il calco di un cuore posato sopra un libro aperto; il busto in gesso di una Venere classica con una sola farfalla variopinta posata proprio "lì" e, alla fine del percorso, la famigerata "Delocazione": l'immagine, o meglio, l'evocazione dell'immagine di una libreria ridotta ai soli contorni fatti, letteralmente, di fumo. Pare, infatti, che il nostro realizzi (fin dagli anni '70) queste strane opere posizionando oggetti contro le pareti e poi lasciando bruciare per una notte nella stanza copertoni e altre schifezze fumiganti; poi, toglie gli oggetti e la traccia che ne rimane è il "quadro". L'effetto è simile a quello, involontario, che si crea quando si sposta un mobile rimasto troppo a lungo nello stesso posto: un contorno fatto di polvere e tempo, il ricordo di qualcosa che, ci piaccia o no, è esistito e reclama la nostra attenzione. Noi, di solito, lo cancelliamo infastiditi con una mano di bianco, lui ne ha fatto una metafora, una presenza-assenza un poco malinconica, ma decisamente affascinante. Non sono un critico d'arte e ho confessato a inizio post la mia incompetenza, ma ringrazio l'autore (fino a ieri) a me ignoto che mi ha regalato - come dice Aristofane (oggi vado di classici!) - "profumo di intelligenza", che, nonostante tutto, vale più di una magnum di Chanel N°5!
Saluti culturali (tranquille, poi mi passa...)
mercoledì 27 ottobre 2010
Zucca vuota?!.. Niente paura!!

Care ciose, per riprendermi un po' dalla punta di amarezza del mio ultmo post, e per tener fede al punto 4 del nostro decalogo, torno a farmi viva con una ricetta dolce a prova di..zucca!! Infatti è proprio questo ortaggio il protagonista degli ultimi giorni del mese, in cui anche da noi ormai imperversano zucche vuote riempite con lumini e dotate di occhi e denti intagliati... Del resto ho letto che proprio nel nostro territorio si rivendica la paternità di questa tradizione celtica che, prima di giungere oltroceano, sarebbe passata dalle nostre parti... Comunque, ecco la ricetta della torta di zucca:
Ingredienti:
400 g di zucca cotta a vapore e passata al setaccio
400 g di farina
300 g di zucchero
200 g di burro morbido
3 uova intere
un cucchiaio di fecola
una bustina di lievito per dolci
un cucchiaino di cacao amaro
un bustina di vanillina
un bicchierino di maraschino (io preferisco usare un liquore all'amaretto)
Mescolate il burro con lo zucchero, aggiungete le uova, uno alla volta, unite la farina, la fecola, il lievito, la vanillina, la zucca setacciata, il cacao e il liquore.
Versate l'impasto in una tortiera imburrata e infarinata e cuocete nel forno a 180°C per 40 minuti.
Decorate poi a piacere con zucchero a velo, glassa oppure divertitevi a intagliare occhi e denti sulla vostra zucca dolce!
Niente paura e...buon appetito!!
PS: Cri, appena riesco a reperire un'immagine della torta te la mando per inserirla nel post! Grazie!
venerdì 22 ottobre 2010
Beata innocenza...
"Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:
a essere contento senza motivo,
a essere sempre occupato con qualche cosa
e a pretendere con ogni sua forza
quello che desidera".
(Paulo Coelho)
Questa citazione è stampata a caratteri cubitali sulla porta d'ingresso di una delle scuole in cui insegno. Mi è piaciuta e ve la propongo al termine di un'altra settimana scolastica. E' passato poco più di un mese dall'inizio della scuola, ma in queste poche settimane ne ho viste di tutti i colori e parlo di adulti... Forse potrà sembrare che chi, come me, insegna a bimbi così piccoli abbia poca dimestichezza del mondo adulto; in parte è vero e me ne rendo conto, ma quando incontro "grandi" che si comportano peggio di bambini di tre anni non mi vergogno di essere ancora tanto innamorata di quell'età di beata innocenza, quando ancora si è capaci di giocare e lavorare insieme, di litigare ma anche di chiedersi scusa e fare la pace, di sognare e sentirsi felici, un po' incuranti dei problemi che ci circondano...!
Con l'augurio di settimane migliori, buon fine settimana a tutte!
a essere contento senza motivo,
a essere sempre occupato con qualche cosa
e a pretendere con ogni sua forza
quello che desidera".
(Paulo Coelho)
Questa citazione è stampata a caratteri cubitali sulla porta d'ingresso di una delle scuole in cui insegno. Mi è piaciuta e ve la propongo al termine di un'altra settimana scolastica. E' passato poco più di un mese dall'inizio della scuola, ma in queste poche settimane ne ho viste di tutti i colori e parlo di adulti... Forse potrà sembrare che chi, come me, insegna a bimbi così piccoli abbia poca dimestichezza del mondo adulto; in parte è vero e me ne rendo conto, ma quando incontro "grandi" che si comportano peggio di bambini di tre anni non mi vergogno di essere ancora tanto innamorata di quell'età di beata innocenza, quando ancora si è capaci di giocare e lavorare insieme, di litigare ma anche di chiedersi scusa e fare la pace, di sognare e sentirsi felici, un po' incuranti dei problemi che ci circondano...!
Con l'augurio di settimane migliori, buon fine settimana a tutte!
venerdì 15 ottobre 2010
Mestieri alternativi
Non so voi, ma io, che già faccio fatica a definire il mio lavoro, non avevo idea che esistesse qualcuno che fa il "Lettore ambulante". L'ho scoperto smanettando su internet e trovo sia assolutamente geniale. Il lettore ambulante in questione è una donna, si chiama Simonetta Bitasi e non abita neppure tanto lontano da noi, infatti è di Mantova. Ecco il sito: http://www.lettoreambulante.it/. Costi, se ti va bene il laboratorio a Fidenza puoi cambiare mestiere... In ogni caso, tanto di cappello!
Vi segnalo anche che tra i nostri lettori fissi si è aggiunta una gradita ospite, si chiama Benedetta Gargiulo, ha più o meno la nostra età, è una pubblicitaria, vive a Trieste (beata lei!) e tiene un delizioso blog dedicato alle pari opportunità sul quale io, qualche giorno fa, ho lasciato un commento. Che dire? Benvenuta e grazie!
Vi segnalo anche che tra i nostri lettori fissi si è aggiunta una gradita ospite, si chiama Benedetta Gargiulo, ha più o meno la nostra età, è una pubblicitaria, vive a Trieste (beata lei!) e tiene un delizioso blog dedicato alle pari opportunità sul quale io, qualche giorno fa, ho lasciato un commento. Che dire? Benvenuta e grazie!
lunedì 11 ottobre 2010
La strana solitudine dei matematici

mercoledì 29 settembre 2010
L'età della ragione (e sentimento)
martedì 21 settembre 2010
Poesia involontaria
"No, è andato in bagno. Non lo vedi che esce dalla porta?"
Versi malcombinati di un poeta ermetico? Personificazione neopagana degli elementi naturali? Allucinazione collettiva?
No, semplicemente un dialogo tra me e mia madre, osservando il giro del sole da una finestra all'altra che, cambiando inclinazione, ahimè, annuncia l'autunno.
Del resto se a Heidi sorridevano i monti, il sole ha ben diritto di fare un po' di toeletta mattutina!
PS. La foto è un tramonto a Grado: due minuti di contemplazione estatica prima di renderci conto che eravamo a 90 chilometri dal B&B e che, dopo il tramonto, si sa, viene la notte e, nella notte, è più facile perdersi...
lunedì 13 settembre 2010
Letteratura!

Se ci ripenso mi viene ancora da sorridere, soprattutto perché, anche se non ce lo siamo mai detti, sono certa che tutti e tre, nei dieci secondi di silenzio, abbiamo pensato la stessa cosa: Dante! Canto V dell'Inferno. Paolo e Francesca! Eravamo, allora, troppo intrisi di letteratura per non fare subito il collegamento, per non dare, anche contro la nostra volontà, anche contro la realtà dei fatti, ai nostri gesti più banali un'aura d'eternità. Il chè, scusate, a me sembra bellissimo...
lunedì 6 settembre 2010
Si va per santuari...
La prima tappa bolognese è stata una piacevole sorpresa: abbiamo visitato finalmente la chiesa sul colle, vista sempre solo dal treno. Siamo entrate all'ora del risveglio, tra pochi pellegrini assonnati, patiti del jogging che annaspavano per l'interminabile portico che la collega alla città, un buffo prete vecchio e secco che pareva uscito da un film western e giardinieri che tosavano aiuole profumate di menta. Poi un lungo tuffo fino all'appennino marchigiano con tornanti quasi alpini fino all'eremo citato da Dante e descritto (stavolta non è colpa mia, la meta non l'ho scelta io) da Rumiz. Il fiorentino ne ha cantato l'asprezza selvaggia, il triestino ne esaltava il silenzio, noi ci siamo ritrovate nel mezzo di una comitiva di laziali caciaroni, ma, dentro le mura spesse due metri dell'antica chiesa e sotto gli archi bassi del chiostro il tempo riesce ancora a fermarsi e l'incanto rimane. Io, poi, amo a prescindere i monasteri camaldolesi, peccato che, a quanto pare, l'amore non sia ricambiato: scendendo verso Loreto sul pullman traballante mi ha preso una nausea che non ricordavo dai tempi della corriera Camaldoli-Bibbiena. Per questo, più che per un eccesso di devozione, appena arrivata ho provato l'intenso desiderio di baciare la terra.
La città del santuario la sera è silenziosa e spopolata come un qualsiasi paesino dell'entroterra, con l'unica differenza della cupola illuminata che la sovrasta e racchiude lo scrigno barocco nel quale, ancor più bella per contrasto, si cela la casa nuda di Maria, che - angeli a parte - pare sia proprio quella.
Come sempre un grazie alle mie inossidabili e pazienti compagne d'avventura e... a quando (e dove) la prossima gita?
mercoledì 1 settembre 2010
Ritenta: sarai più fortunato! (?)
Galline! Avete per caso letto la Gazzetta di ieri? Se sì immagino già saprete dove io desidererei essere il prossimo 10 gennaio (sempre ammesso e non concesso che...) e immagino vi si saranno drizzate le piume temendo che, ancora una volta, vi avrei lanciato un appello per chiedervi - se volete - di accompagnarmi. Infatti così è. Stavolta, per lo meno, dovrebbe essere più vicino, meno ripido e al coperto...
martedì 24 agosto 2010
Andiamo con ordine: resoconto di una vacanza
Ci siamo affacciate a Grado al tramonto, percorrendo una strada col mare da entrambe le parti e parcheggiando, con un po' di patema, a due passi dall'acqua.
lunedì 16 agosto 2010
Il ritorno della gallina ceca
Un saluto a tutte le ciose che si trovano a casa, oppure in viaggio, o sono in procinto di partire. Mando un pensiero di accompagnamento a Co e Cri in vacanza a Caorle, e un bacio alla Zamba che sta per farci conoscere il suo piccolo Giacomo.
Io sono tornata pochi giorni fa da un tour di due settimane della Repubblica Ceca, una meta un po' insolita (a parte la splendida e turistica Praga), ma che mi ha regalato piacevoli emozioni grazie ai suoi panorami agresti punteggiati di girasoli, allo spettacolo del volo delle cicogne, ai villaggi antichi con gli immancabili castelli e le chiesette dal campanile appuntito...
Ora sono di nuovo in ufficio, con le bozze che mi incalzano, ma è come se io andassi al rallentatore e ritrovare la concentrazione è assai arduo...
Io sono tornata pochi giorni fa da un tour di due settimane della Repubblica Ceca, una meta un po' insolita (a parte la splendida e turistica Praga), ma che mi ha regalato piacevoli emozioni grazie ai suoi panorami agresti punteggiati di girasoli, allo spettacolo del volo delle cicogne, ai villaggi antichi con gli immancabili castelli e le chiesette dal campanile appuntito...
Ora sono di nuovo in ufficio, con le bozze che mi incalzano, ma è come se io andassi al rallentatore e ritrovare la concentrazione è assai arduo...
giovedì 12 agosto 2010
La differenza

gracidante alla riva del canale?
Pare felice! Al vespero invernale
protende il collo, giubilando roca.
Salta starnazza si rituffa gioca:
né certo sogna d'essere mortale
né certo sogna il prossimo Natale
né l'armi corruscanti della cuoca.
- O pàpera, mia candida sorella,
tu insegni che la Morte non esiste:
solo si muore da che s'è pensato.
Ma tu non pensi. La tua sorte è bella!
Ché l'esser cucinato non è triste,
triste è il pensare d'esser cucinato.
(Guido Gozzano, La via del rifugio)
C'è una ragione per cui ho pubblicato questa citazione di un altro dei "miei" poeti; oh, se c'è una ragione; ma, scusate, non ve la dico!
mercoledì 4 agosto 2010
Ciose vagabonde

Si tratta di "Camilla la gallina" (testo di A. Pandini, disegni di M. Mariani), un personaggio che compare da più di un anno in un fumetto su un giornalino per bambini (che leggo spesso non solo per deformazione professionale..!)
"Camilla la gallina se ne andava per il mondo perché non credeva che fosse tondo". Così recitano gli amici di Camilla la gallina all'inizio di ogni sua nuova avventura. Ciò che colpisce di questo personaggio è la sua curiosità e il suo irrefrenbile desiderio di scoprire il mondo, che la portano a superare la sua natura goffa e impacciata. Camilla si ritrova così nella savana a guardare le stelle insieme al leone e alla giraffa, ad attraversare il mare sul dorso di una balena e il deserto sulla groppa del dromedario... Fa amicizia con il castoro, lo struzzo, il canguro e il koala nella lontana Australia. Trova belli e ricchi di fascino incontri con animali pericolosi, come il cobra e il coccodrillo, ed è perfettamente a suo agio in luoghi poco ospitali come il deserto dell'Africa, "dove la luna sembra più grande e la notte è tutta una festa di voci"... Perché in fondo quello che scopre Camilla è che "il mondo è bello, ma è ancora più bello farlo sapere agli amici".
Allora, buon viaggio, Camilla, e buone vacanze cioseche a tutte!
P.S.: per pubblicare il ritratto di Camilla la gallina ricorrerò a Cri, che sa come inserire le immagini... abbiate pazienza.. ;)
La Cina è vicina...
E' la seconda volta che vado a Milano in luglio e la trovo sorprendentemente luminosa: cielo blu con nuvolette bianche e una brezza quasi marina a spazzar via il torrido che sale dall'asfalto. La facciata del Duomo, appena restaurata, è di un bianco abbacinante che fa male agli occhi e bene al cuore.
Non so a voi, ma a me il capoluogo lombardo piace. Sospetto sia merito delle persone che me l'hanno fatta scoprire: i cavalieri milanesi dagli occhi chiari che trascinarono me e Dani sul tetto del Duomo, la filosofa bionda appassionata di libri, montagne e caffè e la coraggiosa "parigina" che ha accompagnato me e Costi in questa spedizione transpadana e che ringrazio di cuore. La nostra gita prevedeva un "pellegrinaggio" alla Libreria dei ragazzi, dove ero stata un paio d'anni fa per lavoro e dove avevo promesso fin da allora di accompagnare Costi. La libreria è un'isola fornita di ogni ben di Dio fatto di parole per bambini e insegnanti. La mia compagna d'avventura, previdente, si era portata uno zainetto e lo ha riempito. Io mi sono limitata ad acquistare le filastrocche di Rodari, amico e maestro di Roberto Denti, fondatore della libreria.
Seconda tappa alla mostra, che proponeva il confronto tra impero cinese ed impero romano. Bella. Anche se i reperti romani, almeno secondo me, non erano eccelsi e avremmo preferito un allestimento "in parallelo" e non due stanze di reperti romani, poi due di cinesi e così via. Comunque meritava una visita, non foss'altro per l'emozione di trovarsi di fronte una delegazione di guerrieri di terracotta. Sì, proprio quelli. Solenni e severi nelle loro forme stilizzate eppure così vivi. Bellissimo il gesto dell'ufficiale: un palmo rivolto a terra e l'altra mano che stringe il braccio un poco sopra il polso, lo sguardo dritto davanti a sé; struggente il balestriere inginocchiato con le mani a serrare un'arma che non c'è più. Ma ancora più incredibili sono gli oggetti della vita quotidiana, uguali attraverso i secoli e le civiltà a testimoniare un'umanità comune che a me sempre commuove. Saluti interculturali!
venerdì 30 luglio 2010
Archi paralleli e concolori
Senza parole (ma con citazione dantesca).
Parma, 29 luglio 2010, ore 20.00 circa.
PS. Scusate, non c'entra nulla con le righe precedenti, ma non mi va di moltiplicare i miei post (ne scrivo già anche troppi), quindi aggiungo qui una pensiero. Ringrazio Dani per avermi segnalato il bell'articolo articolo di Covacich (un altro triestino, accidenti! Il Friuli mi tenta oggi come mi tentava un mese fa il Trentino... e questo mi preoccupa) sulla strage di Duisburg (a chi interessa ecco il link: http://archiviostorico.corriere.it/2010/luglio/26/nel_Tunnel_co_9_100726024.shtml). Lo scrittore sostiene che, dopotutto, è naturale - e prezioso - credersi immortali da giovani. Temo abbia ragione: io non l'ho mai creduto, per questo, forse, a volte, sono così stanca...
PPS. Costi, ti prego, pubblica la saga degli sms fantasy. Questo blog ha urgente bisogno di qualcosa di allegro!
venerdì 23 luglio 2010
La pazienza dei bagnasciuga a Ferragosto
"Puoi dire sempre 'mia' di una città di mare" (Marco Paolini, Bestiario italiano)
"Le Cinque terre sono un atto di fede" (Paolo Rumiz, L'Italia in seconda classe)
"Fine si può scrivere sulla carta, ma non sul mare" (Roberto Piumini, La sposa nel faro)
"E il mare è cenerino/ trema dolce inquieto/ come un piccione" (Giuseppe Ungaretti, Levante)
Anche il titolo del post è una citazione di "Due parti di idrogeno per una di ossigeno" dei Mercanti di liquore, ascoltata per la prima volta ieri a tarda notte. Grazie a F.
giovedì 15 luglio 2010
So che tra le ciose il cinema horror non è apprezzato (e questa è una cosa sana, del resto), io invece ammetto che fin da piccola ho provato una gran curiosità per questo filone cinematografico, accompagnata anche da una bella fifa se riuscivo a scorgere qualche scena, magari dell'"Esorcista", quando lo trasmettevano tardi in tv. Questa sorta di attrazione/repulsione per i film del terrore è materia di psicoanalisi e non mi va di lambiccarmicisivi troppo.
Circa sei anni fa ho scoperto una manna: ai Giardini di San Paolo, allo scoccare di ogni torrida estate, parte la rassegna gratuita (!!!) "I giardini della Paura", dove vengono proiettati e "riesumati" film horror vecchi e nuovi, d'autore e non, spesso e volentieri splatter e schifidi, che richiamano immancabilmente frotte di gente, prevalentemente giovani, che vanno a occupare ben prima che il film cominci tutti i posti disponibili, incuranti degli olezzi canini che si sono accumulati durante il giorno.
Il bello di questa rassegna consiste nello scenario suggestivo e misterioso in cui si svolge e nelll'atmosfera informale che fa prorompere in risate o applausi il pubblico intero di fronte a scene di film esagerate e comiche che hanno per vittime personaggi veramente improvvidi e goffi. Del resto il senso dell'ironia accompagna spesso questo genere cinematografico.
Vengo al punto, la rassegna è partita anche quest'anno e ieri sera è stato proiettato il gustoso film di Sam Raimi "Drag me to Hell". Mercoledì prossimo (21 luglio, ore 21.30) ci sarà invece un film del 1962 "I racconti del terrore", tratto da E.A. Poe.
Quale ciosa coraggiosa e un po' incosciente oserà presentarsi all'appuntamento?
Circa sei anni fa ho scoperto una manna: ai Giardini di San Paolo, allo scoccare di ogni torrida estate, parte la rassegna gratuita (!!!) "I giardini della Paura", dove vengono proiettati e "riesumati" film horror vecchi e nuovi, d'autore e non, spesso e volentieri splatter e schifidi, che richiamano immancabilmente frotte di gente, prevalentemente giovani, che vanno a occupare ben prima che il film cominci tutti i posti disponibili, incuranti degli olezzi canini che si sono accumulati durante il giorno.
Il bello di questa rassegna consiste nello scenario suggestivo e misterioso in cui si svolge e nelll'atmosfera informale che fa prorompere in risate o applausi il pubblico intero di fronte a scene di film esagerate e comiche che hanno per vittime personaggi veramente improvvidi e goffi. Del resto il senso dell'ironia accompagna spesso questo genere cinematografico.
Vengo al punto, la rassegna è partita anche quest'anno e ieri sera è stato proiettato il gustoso film di Sam Raimi "Drag me to Hell". Mercoledì prossimo (21 luglio, ore 21.30) ci sarà invece un film del 1962 "I racconti del terrore", tratto da E.A. Poe.
Quale ciosa coraggiosa e un po' incosciente oserà presentarsi all'appuntamento?
martedì 13 luglio 2010
meglio tardi che mai
Ci sono? Mi vedete? Son entrata anch'io o sto parlando al vento? Se mi sentite, mi presento: son Daniela, credo l'ultima ciosa a iscriversi nel blog, questo non per mancanza di interesse, bensì per catastrofica carenza di capacità tecnico-informatiche. Ma infine la Cri mi ha irretito, ed eccomi qui... Ora non so bene che dire, ma penso che interverrò ancora prima o poi, quando avrò visto quache film interessante o sarò stata in un posto nuovo, o semplicemente per attenuare le sfuriate della Cri, o per scriverne di mie! Per ora vi saluto, molto orgogliosa di me per il fatto che mi state leggendo, vero?
E' complicato, fulgida stella!

PS: Ieri sera una cassiera del supermercato mi ha chiesto se ero veneta. E no, basta! E' una persecuzione!
martedì 6 luglio 2010
Era una notte che pioveva
sabato 26 giugno 2010
Rivedrem le foreste imbalsamate...
Saluti musicali.
mercoledì 23 giugno 2010
Il segreto dei suoi occhi

giovedì 17 giugno 2010
Cose sinistre
Un post brevissimo per riequilibrare un poco la botta di malumore del precedente.
Un paio di giorni fa, buttando un occhio alle domande di un quiz televisivo, ho appreso questa verità fondamentale: da una ricerca di un'università australiana pare che, udite udite, I MANCINI GUIDINO MEGLIO!
Lo so, lo so, anche a me (soprattutto a me...) la cosa puzza un po' di fanta-scienza, ma l'importante è crederci.
Saluti patentati.
Un paio di giorni fa, buttando un occhio alle domande di un quiz televisivo, ho appreso questa verità fondamentale: da una ricerca di un'università australiana pare che, udite udite, I MANCINI GUIDINO MEGLIO!
Lo so, lo so, anche a me (soprattutto a me...) la cosa puzza un po' di fanta-scienza, ma l'importante è crederci.
Saluti patentati.
lunedì 14 giugno 2010
Cerco un paese innocente

A ogni/ nuovo/ clima/ che incontro/ mi trovo/ languente/ che / una volta/ già gli ero stato/ assuefatto
E me ne stacco sempre / straniero
Nascendo/ tornato da epoche troppo/ vissute
Godere un solo / minuto di vita/ iniziale
Cerco un paese innocente
E questo è Giuseppe Ungaretti, "un ermetico che si fa capire" secondo la definizione di un illuminato manager d'azienda con cui ho avuto a che fare per lavoro. E' solo per dire che io questo paese continuerò a cercarlo. Anche quando persino le persone più care mi dimostrano che gli ideali vanno bene fintanto che non si devono mettere alla prova e che, per la paura, vera e dolorosa, di restar soli, ci si può anche tappare il naso e accettare qualche compromesso. E va bene. Lo so anch'io che per stare al mondo occorre adeguarsi e che, forse, è meglio così. Lo so che le torri d'avorio prima o poi crollano e starci dentro non paga. Ma perché imporre anche agli altri le proprie decisioni come se fossero le uniche giuste e possibili?
Cerco un paese innocente. In cui si sta insieme semplicemente per il piacere di confrontarsi e conoscersi tra persone libere e limpide le une con le altre. Senza imposizioni dall'esterno, senza sotterfugi, secondi fini e doppi sensi. Io l'ho provata un paio di volte questa sensazione e sarò grata per sempre alle persone a cui la devo anche se, forse, mi hanno rovinato la vita. Dunque da qualche parte questo paese esiste e, finché ne avrò la forza, scusate, non voglio niente di meno.
mercoledì 9 giugno 2010
L'avventura su misura
lunedì 31 maggio 2010
Chiamatemi Ernestina

per l'ennesima volta il capo mi ha detto che gli ricordo sua nonna. Ora, la cosa non è del tutto un complimento né propriamente un offesa. Pare, infatti, che nonna Ernestina, che lo ospitava a Bologna nei suoi anni da universitario bohemien, fosse una donna solida e paziente, un punto di riferimento, insomma; e questo non può che lusingarmi. Ma, come tutte le nonne era anche rigida e brontolona e, soprattutto, vecchia! Contando che io ho 15 anni meno del mio capo la faccenda risulta un poco surreale. Quel che è peggio è che non è la prima volta che mi capita una cosa del genere: alle elementari i compagni mi chiamavano "la nonna", per via di certi foulard che mia madre mi infliggeva per scampare alle otiti. Mentre un paio d'anni fa un attore cinquantenne che, bontà sua, si prestò a interpretare un salumiere-gourmet un po' folle per un laboratorio didattico, alla fine della rappresentazione, quando mi intromisi sulla scena portando i "diplomi" di fine corso da distribuire ai bambini, lui, forse per vendicarsi del ruolo che gli era toccato, mi presentò come la sua bisnonna: uno dei personaggi strampalati che comparivano nel racconto. Insomma, pare sia una persecuzione o, meglio, un destino. Effettivamente mi rendo conto di essere nostalgica, smemorata, timorosa dei cambiamenti e assai più attratta dal passato che dal futuro come si dice che siano i vecchi. Poi, a differenza di quel che, invece, si dice dei giovani, credo di aver smesso a cinque anni di credermi immortale... Dunque rassegniamoci. Però, per favore, nonostante l'attacco alla Melville per fare un po' di scena, non chiamatemi Ernestina!
lunedì 24 maggio 2010
Pagine, chiodi e vascelli

per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesie che si impenna -
questa traversata
può farla anche il povero
senza oppressione di pedaggio
tanto è frugale il carro dell’anima".
(Emily Dickinson)
"Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico"
(Centochiodi, Ermanno Olmi)
Carissime, ieri era la giornata del libro.
Per celebrare (in ritardo) l'evento e tener fede al secondo punto del nostro decalogo, ecco due citazioni agli antipodi. Tra l'una e l'altra scorre, mi pare, la gioia impalpabile del lettore adulto, che, anche quando riesce a immedesimarsi, come un bambino, tra pagine che riempiono il cuore, sollevano l'anima, curano (talvolta provocano o accompagnano...) spaesamenti e solitudini, in un angolo della sua mente sa quanto siano fragili le parole di fronte alla brutalità, feroce o dolcissima, delle cose.
Un pensiero.
lunedì 17 maggio 2010
Certe notti...

venerdì 14 maggio 2010
Lasciate ogni speranza o voi che entrate...
Galline! Una notizia flash: non so bene nemmeno io come, ma sono riuscita a inserire il contatore gratuito shiny stat nel blog, per monitorare quante persone (ovviamente non quali, che sarebbe ancor più interessante...) transitano per il nostro pollaio. Lo trovate laggiù a sinistra. Se sono riuscita nell'impresa significa che una mente contorta e un po' di scongiuri (ho incrociato le dita prima di dare l'ok alla modifica) sono utili anche quando si ha a che fare con i computer. Alla faccia dei cultori della tecnologia pura!
martedì 11 maggio 2010
Per vie traverse
Scusate. Ancora una citazione di Rumiz. Lo so che è la terza, ma non capita spesso di trovare, in qualcosa che si legge, una convinzione che si cova in silenzio senza sapere bene come esprimerla, tradotta in parole così limpide: la dimostrazione che perdersi, a volte, non è poi così male. D'accordo, lui lo fa per scelta, io per mancanza di senso d'orientamento, ma il brivido, la sorpresa, la meraviglia, credo, siano le stesse. Ed è una bella consolazione.
PS: D'accordo con Co, ho inserito la foto di una nostra degna "antenata". Ho anche cambiato leggermente il titolo dell'elenco di libri (riuscite ad aggiungere i vostri?). Spero non vi dispiaccia. Altrimenti, come d'accordo, nessun problema a fare modifiche. Saluti disorientati.
martedì 4 maggio 2010
Figli di carta

PS: Auguri a Chiara e Filippo per il loro primo anniversario. Incredibile? davvero è già passato un anno? A me non sembra, e a voi?
PPS: Dani, vogliamo sapere tutto del tuo viaggio. Di persona, senza dubbio, e via web se ti va...
martedì 27 aprile 2010
La leggenda dei monti naviganti

"Lontano dai luoghi della finzione e del frastuono" racconta il giornalista,che si è fatto Trieste Istanbul in bicicletta, cita Tolkien e ha una passione, che condivido, per i toponimi strani e per le utilitarie, "ho attraversato a volte una soglia invisibile e scoperto luoghi dello spirito...in questi spazi la parola - il logos - sembra riacquistare senso e rigenerarsi come in una cassa armonica. Qui il pensiero si espande naturalmente, e naturalmente incontra il Sacro, se non altro per il bisogno fisico di superare i contrafforti che gli chiudono l'orizzonte". Buona lettura e...buon viaggio!
mercoledì 21 aprile 2010
Arte taumaturgica

Niente di strano. E' da quando ho smaltito un misto di raffreddore & nausea ai Capitolini di Roma, tra un incontro con la Lupa e cinque minuti di catalessi nella stanza di Guido Reni, che sono certa del potere taumaturgico dell'arte. Credo, però, che perché funzioni (quando funziona...) debba esserci, a monte, un minimo di passione; perché le passioni, quali che siano - per l'arte, la musica, la danza, lo sport, la cucina, sia approfondite con costanza sia approcciate da orecchiante - fanno sentire vivi, fanno stare bene, chiedono, per loro natura, di essere condivise. A una sola condizione: devono essere vere.
venerdì 16 aprile 2010
Consoliamoci

A tutte le ciose con un anno in più sulla cresta dedico idealmente (non ne è rimasta più neppure una briciola) le due torte che ho preparato per addolcire il passaggio: a sinistra la cioccolatina, a destra una crostata di mirtilli. Auguri ipercalorici.
lunedì 12 aprile 2010
Ulisse
Domani invecchio. Ringrazio Moki per gli auguri anticipati. Pensavo che le cose che più mi mancano degli anni tra le superiori e l'università sono le gite con chitarra al seguito pigiate sulle auto degli amici più grandi o delle amiche neopatentate, sia che fossero per un pic nic in Appennino (avevamo coniato il verbo "impratarsi" per indicare l'ardua scelta di un luogo adatto alla sosta), o per qualche meta di poco più esotica e, ancora, le serate passate a cantare fino a perdere la voce con un repertorio che andava, senza soluzione di continuità, dai cori alpini a Ligabue. Poi, sono da sempre convinta che la capacità di raccontare sia una cosa meravigliosa e ho grande ammirazione per chiunque la possieda, scrittore, attore o cantante che sia. Per questo mi è subito piaciuta la citazione di cui sopra, scovata in internet mentre cercavo qualche notizia su questo giornalista-viaggiatore, di cui mi è capitato di leggere qualche giorno fa un delizioso reportage su un epico viaggio in treno attraverso le linee secondarie d'Italia lungo quanto la Transiberiana: un'impresa di fronte alla quale i nostri record (3 treni e una corriera per Camaldoli e 3 treni per Trieste, patria tra l'altro, del suddetto giornalista) non possono che impallidire; ma pure restano nostri, degni di essere ricordati e raccontati, tanto quanto il viaggio di un certo Ulisse... Mioddio che voglia di vacanze!
martedì 6 aprile 2010
Treno in transito al binario tre
giovedì 1 aprile 2010
L'Aprile!

che non salivo scalza sopra quel glicine
in penombra ti guardavo dormire
nei capelli tutti i nidi d'aprile"
(I venti del cuore, M. Bubola - P. Fabrizi)
Scusate, lo so che questa è una botta di egocentrismo, ma che ci posso fare se il mese di nascita è una delle pochissime cose che non cambierei?
Saluti folli, luminosi, scostanti e piovosi... come l'Aprile!
E tanti auguri a Moki, che non è affatto un pesce, ma direi, piuttosto, una tigre della Malesia...
lunedì 29 marzo 2010
Se una mattina io...

PS: mi sa che è il caso di aprire in fascia sinistra una sezione "le ciose ascoltano". Comincerò con gli autori inseriti in "Las Ciosas Compilation 2007", ma prego tutte quante di rimpolpare la lista.
Saluti musicali.
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