martedì 17 giugno 2014

Lessico familiare (Ipsa dixit)

L'ultima volta che io, Costi & Dani, il temibile trio, ci siamo incontrate nel giardino incantato di quest'ultima, insospettabilmente incastrato tra le case dell'Oltretorrente e con tanto di lucciole, tra una chiacchiera e l'altra, abbiamo osservato che, negli anni, abbiamo accumulato un notevole e variopinto repertorio di frasi celebri: alcune sono state pronunciate "una tantum" ma talmente azzeccate da meritare di essere ricordate; altre sono entrate ormai nel repertorio di tutte le ciose, come una sorta di "lessico familiare", da utilizzare all'occorrenza quasi come un segno di riconoscimento che, al di là del significato più o meno serio o faceto, strampalato o arguto, racconta molto di ciò che siamo e che siamo diventate camminando insieme.
Ecco dunque l'idea di raccoglierne qualcuna. Non tutte sono originali, lo sappiamo, ma tutte sono diventate nostre perché hanno avuto, in qualche modo, la ventura di incarnare lo spirito ciosesco che aleggia in tutte noi.
Comincio senz'ordine, come mia cattiva abitudine, ma invito le mie colleghe crestate e piumate a rimpolpare a piacere l'elenco e a segnalarmi lacune e aggiornamenti.

1) Dopo Ferragosto è già Natale (Costi)
Utilizzabile a piacere dal 16 agosto al 23 dicembre, provoca reazioni diverse tra le ciose: ad alcune s'illuminano gli occhi al pensiero della stagione fredda alle porte e delle relative festività; mentre getta altre nel più totale sconforto da fine dell'estate. Da pronunciare con cautela…

2) Siamo giovani ormai da tempo immemorabile (Dani)
E' la frase da cui è nata l'idea di inaugurare questa nuova categoria del nostro blog. Pronunciata nella sera di cui vi dicevo sopra, parlando del fatto che ormai ci capita sempre più spesso di trovarci a lavorare con gente molto più giovane di noi e a dover incassare elegantemente il colpo. Usatela con la dovuta dose d'autoironia una volta superati i trent'anni.

3) Dal caos nasce una stella (Costi)
E' l'espressione più calzante - e poeticamente consolatoria - spesso usata per descrivere lo stato (pietoso) delle stanze d'albergo occupate da due o tre di noi durante le vacanze o le gite; ma può valere anche per le nostre camere (o, addirittura, case) colme di libri, fotografie e ricordi, o per i nostri armadi, soprattutto a ridosso del cambio di stagione. Può indicare anche che il pensiero creativo ama sguazzare nel disordine: noi ne siamo la prova!

4) Calpurnio Pisone! (Cri)
Di base è un insulto, nato dai trascorsi classici dell'ideatrice: è un modo decisamente arzigogolato di trasformare la ben nota e diffusa parolaccia iniziante per "ca" in qualcosa di totalmente diverso, tanto da lasciare spiazzato l'eventuale interlocutore e insinuargli più di un dubbio sulla vostra sanità mentale.
PS: non chiedete a Cri chi fosse C.P., ma cercatelo su Google, perché lei non se lo ricorda più!

5) Radunate il ciosame (o ciosume)! (Francesca)
E' l'appello deciso e marziale della nostra presidentessa. In genere è usato per chiamarci a una foto di gruppo in occasione di matrimoni, battesimi ed altre festività alle quali siamo ben liete di partecipare.
Si rivela, invece, perfettamente inutile nel caso occorra invitarci a sedere attorno a una tavola: in genere... siamo già lì!

To be continued...

venerdì 6 giugno 2014

Scent of a woman?

Le petunie si ricordano solo a sera di possedere un profumo e, di questa stagione, lo spargono con discrezione accanto a quello, assai meno discreto, di tigli, ligustri, rose e gelsomini : praticamente un aerosol di primavera, talmente dolce che basta chiudere gli occhi e respirare a fondo per sentire il miele tra le labbra...
Le petunie, invece, sono timide o, forse, semplicemente smemorate.
Comunque sia, quando le sento, mi capita di pensare se anche a me, per caso, non sia capitata la loro stessa sorte: forse anche a me toccherà aspettare fino a sera per riuscire, finalmente, ad essere la persona che vorrei.
E mi starebbe anche bene - infondo mi piacciono le petunie - se non temessi di appassire nell'attesa.